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Cosa faceva Lemmy Kilmister prima dei Motörhead?

Per ricordare Lemmy Kilmister torniamo alle origini, quando il febbrile artista mosse i suoi primi passi nel rock. Scopriamo insieme il Lemmy prima dei Motörhead!

Immaginiamo un drone che sorvola la contea inglese dello Staffordshire e si posa sulla cittadina di Stoke-On-Kent, agglomerato di sei comunità di cui una,. Burslem, ha visto i natali di una leggenda. Era il 24 dicembre 1945 quando nasceva Ian Fraser Kilmister. Allora, Kilmister non assaporava ancora l'anima rock che avrebbe vestito i suoi futuri settant'anni, fino a spegnersi il 28 dicembre 2015.

A pochi mesi dalla nascita, Ian fu abbandonato dal padre, un cappellano della Royal Air Force che il cantante non conobbe mai, tanto da iniziare a coltivare un sentimento repellente nei confronti della religione.

Per questo, nelle sue memorie, quell'uomo misterioso viene rievocato come un essere sgarbato e viscido, con le calvizie e gli occhialini. Ma stavano arrivando gli anni del cambiamento e della ribellione, in cui una schiera di giovani avanguardisti rinfacciava alle generazioni passate la loro letargia. E Lemmy era tra di loro, con quell'animo sfacciato e controverso da alfiere generazionale. Voleva che la loro rivoluzione avesse uno sbocco proficuo, ma anni più avanti si trovò a rilasciare le seguenti, disilluse, parole. 

I ragazzi di oggi assomigliano molto di più a quei genitori a cui, una volta, cercavamo di opporci!… Noi abbiamo cresciuto una generazione di agenti immobiliari, una stirpe di maledetti contabili.

A quei tempi, Lemmy portava avanti il suo messaggio e, a 16 anni, dopo aver assistito a un concerto dei Beatles al Cavern Club di Londra, imbracciò per la prima volta una chitarra. Non sappiamo con esattezza quando passò da Ian a Lemmy. C'è chi sostiene che il nome gli fosse stato affibbiato già all'età di 10 anni e chi invece testimonia si tratti del soprannome da roadie quando affiancò Jimi Hendrix nei suoi tour. Ma sembra anche che il giovane Lemmy fosse spesso a corto di denaro, tanto da pronunciare frequentemente la frase "let me a quid 'ti friday" (dammi una sterlina fino a venerdì). Da una deformazione di tale espressione potrebbe derivare il suo soprannome, così come dal termine  lemming, in senso figurale traduzione di "pecorone". 

Già da questo primo ritratto, possiamo delineare lo spirito di Lemmy, una creatura carismatica, esplosiva, perennemente in lizza per fare festa, tanto da arrivare a stare sveglio una settimana intera (trovate qua i suoi momenti più folli). Lemmy era anche un giovane profondamente colto, incorniciato da un aspetto rozzo e rude, ma affascinante.

Prima che la leggenda Lemmy tracciasse una firma nell'iperuranio rock con i Motörhead, ci furono dei precursori. Tra questi, la prima band di Lemmy fu quella dei Rocking Vicars, dove il frontman vestiva, paradossalmente, i panni di un prete suonando garage rock. Poi fu il turno dei Sam Gopal, con a capo l'omonimo musicista malesiano che suonava il tabla, uno strumento di percussione sostitutivo alla batteria di origini nord indiane.

Seguirono gli Opal Butterfly, band underground psichedelica dell'Oxfordshire, fino ad arrivare all'ultima militanza con gli Hawkwind. Qui, Lemmy iniziò a soffrire la psicologia lisergica, avvicinandosi a sonorità più punk. Basti pensare che il suo primo riferimento per i Motörhead furono i neonati MC5, oltre a coltivare una passione personale per i Ramones. E a metà degli anni Settanta, il futuro di Lemmy si stava appena scrivendo, con la profetica capacità di incanalare il respiro di un'epoca. 

Francesca Brioschi

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