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Perché Dave Mason lasciò i Traffic dopo i primi due album?

I Traffic hanno costruito il ponte tra psichedelia e progressive negli anni Sessanta, guidati da Steve Winwood e Dave Mason. Ma poco dopo il loro debutto, qualcosa si spezzò...

Si sa che le storie più focose e passionali sono quelle fulminee. E potremmo descrivere così l'esplosione causata dai Traffic, con il loro approdo sulla scena rock negli anni Sessanta. A guidarli, un musicista blues, folk e jazz, con una voce graffiata dalla tradizione gospel. Si chiama Steve Winwood e all'epoca, ancora giovanissimo, milita nella Spencer David Group. Ma la miccia la accende l'incontro con il polistrumentista Dave Mason, classe 1946, che a soli 20 anni incomincia a destreggiarsi tra basso, chitarra e voce. Così, da un patto fortuito, prendono vita i Traffic, affiancati dal sassofonista Chris Wood e dal batterista Jim Capaldi

Siamo alla fine degli anni Sessanta e il periodo sicuramente gioca le sue carte più fortunate. La regina delle scene è la psichedelia, che con le sue trame lisergiche avvolge le menti di giovani musicisti. E i Traffic non sono da meno, cimentandosi, prima della pubblicazione del loro album d'esordio, in tre singoli profetici.

Ma già qui emergono le discrasie. Perché ai Traffic è riconosciuta la peculiarità di aver sedimentato la tradizione acida e psichedelica accanto a una mentalità progressive, che fa degli strumenti i suoi portabandiera. Così la band predilige sonorità strumentali e di fattura concettuale, su cui però è rischioso accordarsi, perché ognuno fa proprio un personale sound. 

I primi tre brani dati alla luce sono Paper Sun, Here We Go Round The Mulberry Bush Hole In My ShoeQuest'ultima è partorita dall'inventiva di Mason e in breve tempo raggiunge la seconda posizione delle classifiche britanniche. Il brano, però, non convince gli altri membri della band che, nonostante ne assaporino le fattezze caleidoscopiche, non digeriscono l'intermezzo recitato da una bambina. E qui inizia una crisi destinata a evolversi con il debutto di MR. FANTASY (1967), una vera e propria pietra del rock.

Tra tutti i pezzi dell'album, composti da Winwood e scritti da Capaldi, tre appartengono esclusivamente a Mason. Questi pezzi, tra cui Utterly Simple House For Everyone, respirano ancora quelle sonorità lisergiche che, nonostante siano contestualizzate nel periodo storico, la band vuole abbandonare. Tuttavia la vera rottura manifesta avviene con l'album successivo, TRAFFIC (1968). 

Qui il fiore all'occhiello è dettato proprio da una canzone di Mason, Feelin' Alrightche svetta le classifiche e dà quel tocco mainstream al disco. Il ritornello trainante è ciò che rimane più impresso nelle sonorità folk/blues della canzone, ma ancora non c'è un coinvolgimento unitario di intenti. Per questo, mentre i Traffic abbracciano il loop progressive, Mason prende un'altra strada, tanto che sarà la sua ultima apparizione nella band da lui co-fondata.

Tuttavia, l'ultima vera firma originaria dei Traffic viene impressa in una collaborazione con Jimi Hendrix, dove i musicisti accompagnano brani diversi. E la dodici corde di Mason cavalca l'onda di All Along The Watchtower

Francesca Brioschi

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Francesca Brioschi
Tags: traffic

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