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Qual è la più celebre tribute band europea dei Pink Floyd?

Il tributo nel rock è un omaggio con cui i musicisti si immedesimano nelle leggende della musica... Tra loro anche la più accreditata tribute band europea dei Pink Floyd. Volete conoscerli? 

La critica italiana ed europea li definisce come "la migliore tribute band europea per l'esecuzione della musica dei Pink Floyd". Si tratta dell'unico gruppo tributo italiano - ebbene sì, sono figli del Bel Paese - a ricreare il sound floydiano in Nord Europa. E il vasto accredito ricevuto deriva dalla loro capacità di evocare alla perfezione le atmosfere oniriche e surreali dei live dei Pink Floyd, con una riproduzione della loro discografia forte di perizia tecnica e immedesimazione emotiva. 

Il loro nome: Big One, da non confondere con i Big Ones, tribute band degli Aerosmith. E il termine tribute li distingue da quello più inflazionato di cover. Quest'ultimo non prevede un'identificazione totale, musicale ed estetica con il gruppo di riferimento, ma una rielaborazione espressiva dei loro brani. Invece i Big One, nati a Verona nel 2005, propongono un assetto performativo e scenografico per cui molti spettatori hanno dichiarato di poter chiudere gli occhi, durante i loro concerti, e rivivere i Pink Floyd. 

In questo aiuta soprattutto la voce di Leonardo De Muzio, molto simile a quella di David Gilmour. E il frontman, che suona anche la chitarra solista e il synth, vede al suo fianco da ormai sedici anni il bassista Luigi Tabarini, il batterista Stefano Raimondi, il pianista Stefano Righetti e poi Marco Scotti al sassofono e l'accoppiata Deborah Farina e Pamela Perez ai cori. Insomma un gruppo importante, sia nella formazione che per la qualificazione della strumentazione, capace di assorbire l'ammirazione ipnotica dello spettatore. 

Il loro repertorio non si inquadra solo sulla classica parentesi del Muro, molto amata dalla maggior parte delle tribute band, ma  su tutto lo scenario discografico della band, dagli psichedelici album anni Settanta, fino agli ultimi, THE DIVISION BELL(1994) e THE ENDLESS RIVER(2014). Così la band è in grado di destreggiarsi funambolicamente in scelte anche più azzardate, come ANIMALS(1977) a cui, nel 2018, hanno dedicato tre ore di concerto

Ed è bello sapere che, anche in una contemporaneità più risicata e frenetica, dove alcuni artisti prediligono la fascinazione dell'attesa alla performance in sé, altri gruppi sappiano regalare profonde emozioni a coloro che hanno vissuto e amato l'era dei Pink Floyd. C'è chi ama ascoltarli quotidianamente su Vinile o chi forse predilige una strumentazione digitale ma, indipendentemente da questo, chiunque abbia assistito a un concerto dei Big One può testimoniarne la firma trascedentale. 

Francesca Brioschi

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Francesca Brioschi
Tags: pink floyd

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