Nel quartiere napoletano di Santa Lucia del 1951 affiora il nome di Giovanni Calone. Un bambino apparentemente come altri che però, a soli 14 anni, svela il suo magico talento canoro con il soprannome di Gianni Rock. Da qui si dispiegano crescenti successi, da Canzonissima a Sanremo. Solo nel 1969, anno della bellissima Se Bruciasse La Città, il cantante si presenta con il nome di Massimo Ranieri, che figura come titolo del suo album di debutto del 1970. Una consacrazione artistica, dove il nome Massimo viene scelto per semplicità e Ranieri in omaggio al Principe di Monaco. Le origini anagrafiche ritorneranno nel 2001 con lo speciale su Rai 1: Siete tutti invitati, citofonare Calone.
Il giovane Ranieri venne messo sotto contratto prima ancora di sbocciare in giovane adulto. Al suo fianco Giovanni Polito, che scommise su di lui. Ma non era l'unico a volerlo sul palco, dato che gli amici di Massimo premevano sempre perché cantasse per loro, anche quando non voleva. Così una volta lo portarono su uno scoglio in mezzo al mare, promettendo di andarlo a prendere solo se avesse cantato. E Massimo non poté fare altrimenti, dato che non sapeva nuotare. Tuttavia, appena lanciato sui palchi italiani suscitò da subito il rispetto e l'ammirazione di un big del canto: Gianni Morandi.
Accanto all'aura gloriosa del canto, Ranieri colleziona anche una serie di collaborazioni come attore, presentatore e doppiatore. A partire dal Metello (1970) di Mauro Bolognini, disponibile su Prime Video, che lo vede come protagonista e gli vale un David Di Donatello nella sezione Speciale. Lo accompagna poi una prolifica carriera teatrale, dove presenzia in diverse commedie del grande Eduardo De Filippo, oltre a collaborare con attori del calibro di Anna Magnani. Segue poi l'iconico ruolo di presentatore nel varietà degli anni Ottanta-Novanta, Fantastico 10, con Anna Oxa, e il doppiaggio di Quasimodo nel film d'animazione Il Gobbo di Notre Dame (1996) con la firma della main track, Via Da Qui.
Al contrario di molti suoi colleghi, amanti spassionati della bella vita, Ranieri si è sempre distinto per la sua semplicità e per il piacere delle piccole cose. Basti pensare che nasce in una povera famiglia operaia, come quarto di otto figli. Sin da subito, quindi, si impegna in un lavoretto come cameriere, tanto che, nonostante il suo primo guadagno di 200.000 lire, non smette di lavorare, ma decide di comprare l'arredamento della casa di sua sorella, appena sposata. Lui stesso ha affermato:
Non mi importa di case, macchine…ci sono colleghi che hanno l’aereo privato, figuriamoci. Il mio lusso, la sera, è gustarmi due dita di whisky, con un po’ di ghiaccio perché il sapore è troppo forte.
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