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I veri motivi per cui i vinili stanno tornando in voga

Il vinile non è solo un cimelio nostalgico, ma un'esperienza di ascolto mai del tutto abbandonata, che dopo un'assenza di dieci anni con l'avvento dei CD e degli mp3 è tornata in auge negli ultimi tempi, in una dimensione di vintage marketing. 

Nostalgia Canaglia cantavano Al Bano e Romina Power alla fine degli anni Ottanta. E non c'è espressione più azzeccata per definire un'epoca nostalgica, dove il vintage è diventato rifugio di una contemporaneità caotica, ibrida e discontinua. Se l'incertezza del futuro spaventa i più giovani, e non solo, ecco che si ritorna al passato come spirito guida. Un fenomeno cresciuto negli ultimi cinque anni, che vede i millennials avvicinarsi a una tradizione coltivata nel tempo, ma appartenuta, con l'evoluzione digitale, a una nicchia sempre più ristretta. 

La modernità si è dotata di un sistema fluido di ascolto, in cui la musica appartiene allo streaming e alla riproduzione libera su Spotify. Il CD, versatile e di piccole dimensioni, ha dominato i decenni precedenti, valicando il commercio degli LP. Le stamperie artigianali sono diminuite, le fabbriche di vinili hanno chiuso per la scarsità delle vendite. Ma poi, alla fine del 2017, la SONY ha riaperto la sua produzione, intuendo l'interesse crescente per il 33 giri. Questo si è sedimentato sulla vendita di prodotti del passato, tanto che, tra gli album più venduti, capeggiano ABBEY ROAD(1969) dei Beatles, DARK SIDE OF THE MOON (1973) dei Pink Floyd e GREATEST HITS (1981) dei Queen

Così gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta sono arrivati anche nelle vite di coloro che non li hanno vissuti. Come in quel romanzo di Walter Fontana, Splendido Visto Da Qui, dove si immagina un futuro distopico in cui ciascuno può scegliere l'epoca in cui vivere. Tornano così le Polaroid e i giradischi, ma affiancati da un'evoluzione tecnologica, nel secondo caso da strumentazione all'avanguardia e dalla presenza di amplificatori incorporati. In questo modo l'esperienza rimanda al passato, ma con il tocco peculiare della digitalizzazione presente. 

Quello che affascina il fruitore che non ha mai sperimentato il vinile è la sua concretezza, la fascinazione della fattura del disco, l'appagamento estetico della copertina e l'elevata qualità sonora. Una combinazione perfetta per assaporare un momento di evasione. Così ci si lascia coccolare dalla musica, anche lungo la guida di un passaggio generazionale ed ereditario. I figli imparano dai genitori il piacere di un buon disco e assaporano la bellezza del collezionismo. Chi ha continuato costantemente a comprare i vinili conosce bene questa sensazione. 

Basti pensare che nel 2019 sono stati venduti 19 milioni di vinili negli USA e anche in Italia il mercato è molto florido. Complici poi diverse produzioni televisive di successo che fanno sognare un passato recente, come la serie Stranger Things (2016) o il revival di Twin Peaks (2017)Si aggiunge poi il remake del celebre Ghostbusters (2017) e l'accesso di una collezione di film di successo, tra cui tutta la saga di Ritorno Al Futuro su Prime Video. L'influenza mediatica quindi aiuta, soprattutto se paragonata a una serie di prodotti filmici e seriali distopici, che gettano ombre inquietanti su un futuro dominato dalla tecnologia. 

Ecco quindi che ai pantaloni a zampa e allo stile coachellache rievoca Woodstock, fa capolino il desiderio non solo di vedere frame del passato, ma anche di poterli vivere e rivivere. Si può quindi attribuire il ritorno del vinile a un desiderio di fermare il presente e delocalizzarlo in un altro momento storico. La stessa sensazione che dona il vinile, con la sua forte fisicità, avvolgendo i momenti quotidiani in una bolla eterna e universale. Questo si lega poi a quel sentimento tattile ed emotivo per cui un libro, con la ruvidità delle sue pagine e il profumo della carta è di gran lunga più amato dell'equivalente supporto digitale. 

Forse quindi, nell'incertezza momentanea, ci serve solo ristabilire un contatto intimo con qualcosa che ci appartiene, che possiamo tenere in mano e sapere che, se opportunamente conservato, durerà in eterno. 

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Francesca Brioschi

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