Ieri gli Evanescence hanno raccontato in anteprima ai media internazionali il “making of” dell’album. La nostra Francesca Brioschi era lì per noi.
L’obiettivo del disco è messo in chiaro da subito: quello di rendere i fan parte della grande storia degli Evanescence. Con gratitudine, Amy Lee ha dichiarato di essere molto fortunata a poter contare sul suo pubblico, soprattutto in questo periodo storico.
Pensando ai momenti di forte legame con i fan, è affiorato il ricordo di un concerto ad Atene: c’era una folla così grande che alcune persone erano fuori dagli spalti, arroccate sui massi rocciosi circostanti e cantavano talmente forte e con tanto entusiasmo da superare anche la sua voce.
Per questo per Amy Lee il disco deve essere un dono ai suoi fan, un ritorno al rock!
Alcune canzoni erano state registrate prima della pandemia, ma è stato comunque difficile costruire l’album in questo contesto. E qui anche il chitarrista Troy McLawhorn ha sottolineato come sia stata una grande sfida, ma ha anche rimarcato l’importanza delle famiglie, che appaiono in alcuni cori e che hanno girato dei video a supporto della band. In particolare, per Amy al primo posto c’è suo figlio Jack.
La cofondatrice degli Evanescence ha detto di rifarsi sempre all’alternative e al grunge come suoi riferimenti musicali. Tra i musicisti contemporanei invece apprezza molto Billie Eilish e i Bring Me The Horizon. Ha avuto modo anche di conoscere Taylor Momsen durante un tour, scoprendo di avere molto in comune con lei.
Dopo l'esibizione del singolo Use My Voice Amy ne ha spiegato il significato. In un momento così folle e in continuo cambiamento, ciascuna voce conta, ognuno deve parlare per sé stesso, facendosi sentire con forza. È anche un messaggio di empowerment, soprattutto rivolto alle donne, che sono una grande forza trainante e dovrebbero essere unite più di tutti in un grande spirito di sorellanza.
Alla domanda del Corriere della Sera su come una donna si senta in un mondo prettamente maschile come quello del metal, Amy ha risposto We Are The People, con un forte senso di solidarietà e comunanza per tutti i musicisti, ma anche di incoraggiamento per le donne nel rock.
Alla domanda di Rockol, Amy ha risposto che questo disco è un insieme di vita, esperienze e sentimenti, ma soprattutto un vero e proprio carpe diem, un invito a non sprecare più tempo, a cogliere l’attimo, perché non si sa cosa potrà accadere domani.
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