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KISS: 4 curiosità sul chitarrista spaziale Ace Frehley

Un asso con la sua Gibson Les Paul e con le ammiratrici, Ace Frehley è il latin lover dei KISS, in una maschera fantascientifica che lo avvolge come una creatura spaziale. Ma la sua stravaganza e alcuni vizi mai sopiti non lo rendono un collega troppo affidabile, anche se la sua chitarra non ha mai smesso di rilasciare ipnotiche scintille. 

C'era una volta... un'audizione stravagante 

Figlio del Bronx e di cattive compagnie, nel 1972, a 21 anni, Ace Frehley decide di abbandonare la fascinazione per le gang di strada e infondere il suo animo ribelle tra le sei corde di una Les Paul. Così prende in mano la chitarra regalatagli a 13 anni e forgia la sua tecnica sulle sfumature stilistiche di Jimi Hendrix, Eric Clapton, Pete Townshend e Jimmy Page. Nella sua famiglia il padre è un’organista di Chiesa, la madre e la sorella suonano il piano e il fratello la chitarra, così nelle sue vene scorre un sangue da musicista. Lo dimostra all’audizione per i neonati KISS, trovata su un annuncio del magazine «The Village Voice» con dicitura “Cercasi chitarrista veloce e con le palle”. Ecco dunque che il suo assolo su Deuce convince subito Paul Stanley, Gene Simmons e Peter Criss. Ma ciò che li conquista è la stravaganza del chitarrista, che si presenta all'incontro sulla 23esima strada con una scarpa arancione e una rossa.

Quel soprannome da latin lover

Lo conosciamo come Ace Frehley, ma lo storico chitarrista dei KISS nasce il 27 aprile 1951 come Paul Daniel Frehley, anche se conquista già in adolescenza il suo eterno soprannome. Così, nel Bronx degli anni Sessanta, Frehley viene cacciato da due scuole e abbandona la terza, annoiato dalla vita accademica se non per le attività artistiche, che gli permettono di esporre una sua opera in New Jersey, nel 1993. Ma nella seconda scuola, la Theodore Roosvelt High School, conquista una certa popolarità come cupido di periferia, rimediando con facilità appuntamenti romantici ai suoi compagni di scuola, che gli dicono You are a real Ace”. Insomma, un asso nella manica non da poco, che gli varrà anche un pervasivo successo femminile personale come Spaceman.

Spaceman e le sue chitarre fumogene

Nel 2018 Ace Frehley pubblica il suo penultimo disco, SPACEMAN, un omaggio alla vulcanica maschera teatrale che lo ha contraddistinto accanto a Starchild, The Demon e Catman. Lo stile detta così la rivoluzione estetica dei KISS, dal fascino androgino tra teatralità kabuki e fumetto. Ma non è solo l’avanguardismo figurativo a illuminare il palco, quanto una nuova poesia performativa. Ecco dunque che tutto il mondo celebra le Ace Smokers, chitarre che sprigionano fumo e fiamme in un’esplosione magnetica e che distinguono lo stile ipnotico di Frehley. Così, come lui stesso ha raccontato nel 1996, la prima volta che ha provato a inserire una bomba fumogena nella sua Les Paul è stata durante il primo tour in Canada dei KISS. All’inizio era solo una miccia inserita nella cavità dei potenziometri, ma quando il chitarrista ha visto l’effetto dinamitardo che scatenava il suo rilascio, ha chiesto aiuto a un designer per un modello che fosse solo suo. 

Tra litigi, whisky e... una divisa nazista

Il comportamento di Ace, inaffidabile e asservito all’ebbrezza alcolica non è mai piaciuto al resto della band. Soprattutto Simmons ha rimarcato più volte come il Frehley e Criss fossero stati continuamente dentro e fuori dalla band, dimostrano poca professionalità e facendosi spesso trovare sotto effetto di alcool e droga durante le prove. Così Frehley è diventato celebre per portarsi in tour un catering personale che gli procurasse il whisky. E questa sua viziata tentazione lo ha reso ancor più famoso per la distruzione delle camere d’albergo, hobby preferito di Keith Moon. Non solo, ma il Frehley degli anni '70 era un ardito frequentatore di bische clandestine e abusava di stupefacenti in un ritratto non troppo raccomandabile, ma indubbiamente rock. Tuttavia il vertice lo ha toccato quando si è presentato ai compagni con una divisa nazista, incurante delle origini ebraiche di Stanley e Simmons e del fatto che la madre del bassista fosse morta in un campo di concentramento. Si è scusato, ma The Demon non dimentica. 

Francesca Brioschi

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