In ultima posizione tra le cinque selezionate, «Ultimate Classic Rock» sceglie una traccia del debutto dei Beatles, PLEASE PLEASE ME (1963). Dietro al microfono un inedito Ringo Starr, che aveva già cantato il brano quando militava nei Rory Storm And The Hurricanes. E proprio al loro fianco suonava quando Paul McCartney lo vide, scegliendolo come quarto beatle. Ma questo pezzo, cover dell’omonimo cantato dal quartetto pop delle Shirelles, fu performato durante il periodo di Amburgo, quando alla batteria c’era Pete Best. Forse per lo scambio repentino e necessario la performance di Ringo non è tra le migliori, nonostante quel tocco alla twist and shout connoti il pezzo dell’usuale carica trainante.
Una volta ascoltata I Want To Hold Your Hand, ogni giornata può prendere solo una svolta positiva: quel ritmo accattivante e coinvolgente, unito a semplici melodie di immediata complicità e a un testo di facile memoria, sono la ricetta vincente per cavalcare a pieno la Beatlemania. Non è un caso, quindi, che il singolo I Want To Hold Your Hand/This Boy, pubblicato in Italia nel gennaio 1964, sia il più venduto della discografia Beatles, con un vanto di 15 milioni di copie. Di conseguenza, com’era già successo per She Loves Me, il brano venne tradotto in tutte le lingue, tra cui il tedesco, non proprio la lingua più melodica. E il risultato si sente nella versione germanofona, dove le parole assumono una più forzata musicalità, sebbene nella testa dell’ascoltatore risuoni spontaneamente la versione in inglese. Nonostante tutto, il pezzo è stato usato come canzone per i titoli di testa del film premio Oscar Jojo Rabbit.
A inaugurare il podio del disonore in terza posizione troviamo Wild Honey Pie, quinta traccia dell’iconico WHITE ALBUM(1968), composta da Paul McCartney. Sin dall’inizio il brano appare stridente su quelle corde di chitarra che penetrano i timpani accompagnate da un coretto tutt’altro che melodioso. Un vero fulmine a ciel sereno, contando che la traccia si estende per neanche un minuto, conformandosi quasi come l’intro dell’album piuttosto che una canzone mediana. E la serie di sovraincisioni usate da Macca si sentono tutte, su un pezzo considerato da parte della critica come il peggior prodotto dell’album, se non dell’intera discografia Beatles. Altri l’hanno invece interpretato come un intermezzo comico, che quasi quasi strappa il sorriso.
Terza traccia del MAGICAL MYSTERY TOUR, colonna sonora dell’omonimo film del 1967, Flying è uno dei rari pezzi scritti a quattro mani dai Beatles. Unica traccia strumentale del disco, il pezzo vede l’inedito uso del Mellotron da parte di John Lennon lungo un andamento blues accompagnato dalla tromba. Il suo approccio evolve in due direzioni: da un lato, si può apprezzare l’intento originale della struttura, guidato dall’assoluta libertà creativa e canora. Dall’altro, però, l’assemblaggio di suoni devolve verso un’inusuale interazione di personalità e strumenti, della durata fulminea di poco più di due minuti e con un coro improvvisato non particolarmente in stile Fab Four.
In cima alla classifica abbiamo Revolution 9, un prodotto votato all’avanguardismo artistico e a una ricerca concettuale che pare fuori luogo con il WHITE ALBUM. Nonostante il titolo inneggi alla rivoluzione, la canzone incorpora una pacatezza disorientante, infiorettata dall’invasivo approccio biografico di John Lennon e Yōko Ono, autori insieme di questo collage musicale dadaista. Nato da una pura ispirazione istintiva, il brano percorre i suoi 6 minuti con un pastiche di suoni, rumori e parole che raccontano la frammentazione stilistica del nono album dei Beatles, dove ognuno dei musicisti segue la propria creatività. Così, oltre a una lettura apocalittica da parte del serial killer Charles Manson, la canzone non ha raccolto una distintiva approvazione, rimanendo dimenticata come penultima traccia dell’album.
Ci sono alcune art cover che non solo hanno scritto la storia, ma ne hanno…
Ian Anderson ha una teoria particolare per la quale il rock progressivo e i Jethro…
Il tributo argentino di una delle band di rock più famose al mondo è semplicemente…
La spettacolare e immersiva opera Rock di STEWART COPELAND, con IRENE GRANDI e alcuni brani…
Freddie Mercury era una persona meravigliosa che ha lasciato un segno in chiunque incontrasse. Ecco…
Gli YES annunciano finalmente i nuovi appuntamenti che li riporteranno in Italia fra cui la…
This website uses cookies.