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4 tra le canzoni più cattive del rock anni ’70 e ’80

Il rock è per sua natura considerato cattivo, dato il sound spesso impetuoso, l'aggressività e testi che strizzano l'occhio al lato oscuro della realtà, invocando a volte scenari occulti, violenti o conturbanti. Ecco 5 canzoni che non mancano di omaggiare il lato dark. 

Black Sabbath, Black Sabbath (1970)

Tra stregoneria, occultismo e manifestazioni funeste, la carriera dei Black Sabbath esordisce con una ferocia tuonante. sulla scia di una simbolica triade, Black Sabbath è la prima traccia del primo omonimo album. Il sabba nero medievale ispira questo pezzo, evocato da una misteriosa apparizione spiritica a casa del bassista Geezer Butler dopo che questo ne aveva dipinto le pareti di nero, addobbandole con crocifissi capovolti.

L’animo dark si riflette nel sound, che esordisce con campane a morto e tuoni, crescendo progressivamente con una carica sempre più disturbante, fino a firmare un timbro martellante indimenticabile. In questo modo lo stile roboante e l’immaginario mistico e oscuro scrivono una canzone cattiva. E, sin dalla cover dell'album, il marchio di fabbrica dei Black Sabbath diventa la strega, simbolo malvagio per eccellenza ed evocata anche in Lady Evil (1980).

Blue Öyster Cult, Career Of Evil (1974)

A inaugurare il terzo album dei Blue Öyster Cult, SECRET TREATIES (1974) troviamo un brano dal testo disturbante e il riff indimenticabile che porta la firma di Patti Smith. Ebbene sì, la sacerdotessa del rock all'epoca frequentava il tastierista Allen Lanier e ha dato forma all'immaginario perverso e malvagio di un losco individuo tra le strofe di A Career Of EvilQuesto personaggio avanza minacce fantasiose e spinte, come voler rubare i sogni alla sua vittima, lasciarla in ginocchio sotto la pioggia, prenderne il cervello come un chirurgo e strapparle la maschera dalla faccia.

Insomma, i riferimenti sono i più vari, comprensivi anche di perle oniriche, come un rospo dal corno smeraldo. Non è un caso se dietro la penna ci sia il tocco immaginifico e poetico della Smith. Tuttavia la potenza di questo brano sta anche nella sua vibrante energia strumentale, controllata con precisione in modo da tracciare un costante suono pesante e inquietante. Indubbiamente l'album è uno dei più belli della band di Long Island, così come questo pezzo piace per la sua cattiveria

Iron Maiden, The Number Of The Beast (1982)

L'immensa eredità di questa hit di culto degli Iron Maiden eguaglia il clamore mediatico creato dal suo satanico titolo, The Number Of The BeastSiamo nel 1982 e il pezzo è la traccia guida dell'omonimo e terzo album della band britannica. Ad accompagnarla un videoclip iconico che contiene ben 7 citazioni della filmografia horror e connota la chiave di lettura cattiva della canzone.

Il pezzo istigò fanatici a leggere tra le righe un messaggio satanista, ascoltando il disco al contrario e dando ai roghi l'album in stile Santa Inquisizione. Bruce Dickinson ha invitato i suddetti a "prenderselo nel..." mentre il bassista Steve Harris ha dichiarato che "Fondamentalmente la canzone parla di un sogno. Non si tratta di adorazione del diavolo". Ma gli Iron Maiden hanno comunque cavalcato l'onda mediatica, fingendo finte apparizioni spiritiche in studio e strani eventi occulti.

Slayer, Angel Of The Death (1986)

Gli alfieri losangelini del thrash metal hanno una discografia ricca di tematiche disturbanti, fagocitate da un sound aggressivo che ha reso riconoscibilissimo il loro marchio di fabbrica. Così anche il magistrale album REIGN IN BLOOD (1986) si apre con un brano che non passa inosservato: Angel Of The DeathE il titolo già preannuncia il suo malvagio e crudele protagonista, ispirato al medico nazista Josef Mengele e alle sue atrocità disumane nei campi di concentramento. Si tratta di un soggetto noto nel panorama metal, dato che già i Mötley Crüe ne hanno cantato l'orrore in Dr. Feelgood. 

Non c'è dubbio che questo pezzo rilasci pura malvagità dal ritratto del suo interprete, descritto in maniera distaccata e fredda. Tanto da suscitare accuse di filonazismo alla band, a cui il cantante e autore dei testi Jeff Hanneman ha risposto: "Non c'è niente che inserisco nei testi che dica necessariamente che era un uomo cattivo, perché per me - beh, non è ovvio?"

Francesca Brioschi

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