Led Zeppelin: 3 canzoni enigmatiche di HOUSES OF THE HOLY

I testi dei Led Zeppelin a volte sono tanto enigmatici da diventare dei veri grattacapi. Spesso è solo un verso o una strofa che creano interrogativi, ma scopriamo di più con questi 3 brani storici.

Dancing Days

Dancing Days apre la seconda parte del quinto album dei Led Zeppelin, HOUSES OF THE HOLY (1973). Già dal titolo il disco spiazza i fan, che erano pronti a imbracciare il tanto atteso Led Zeppelin V. Al suo posto, un’opera d’arte firmata dallo Studio Hipgnosis, senza titolo come d’abitudine, e con una visionaria copertina fantascientifica.

Questa vede due bambini, fratello e sorella, arrampicarsi nudi tra le mitologiche rocce di Giant’s Causeway, nell’Irlanda del Nord. La prima impressione, dunque, è quella di un’atmosfera onirica e fortemente suggestiva, rafforzata dal primo brano composto da Robert Plant e Jimmy Page.

I due, ispirati dalle melodie indiane di un viaggio a Bombay, si lasciano trasportare in un inno alla danza. Ma non è solo il sound ipnotico a impreziosire il brano, quanto il testo quasi psichedelico, dove la più celebre frase da recitare rimane “Ho visto un leone che se ne stava da solo, con un girino in un barattolo”.

No Quarter

Sette minuti di virtuosismo di John Paul Jones alle tastiere, accompagnato dall’inconfondibile voce di Plant e dalla chitarra di Page, rendono No Quarter un’estatica elaborazione musicale. In questa traccia, forse in più di tutte, si respira un’atmosfera travolgente che rimanda all’anima dei Pink Floyd.

Paradossale pensare che il titolo rimandi a un’antica terminologia militare, che traduce l’espressione “nessuna pietà” contro l’avversario.

Tutta la canzone evoca uno scenario di morte, violenza e conquista, ma libero da riferimenti alla relatà, librandosi così in una dimensione fantasiosa e allucinogena. Un pezzo che sicuramente cela con l’effetto esoterico della musica il significato storico sotteso.

The Ocean

Non c’è modo migliore che chiudere l’album con una frase di John Bonham. Il vulcanico batterista dà il la a The Ocean con una frase urlata che introduce l’assolo alla chitarra di Page. Ma il vero protagonista del brano è Plant, con la sua voce sensuale che incede verso l’irresistibile gridolino. E se è chiaro che l’oceano cantato dal frontman rimanda alla folla oceanica che accoglie i Led Zeppelin ai concerti, non è lo stesso per una frase considerata un grattacapo dai maliziosi…prima di sapere a cosa realmente si riferisca.

A un certo punto, infatti, Plant dice: “Ora sto cantando tutte le mie canzoni alla ragazza che ha conquistato il mio cuore; Ha solo tre anni ed è un ottimo modo per iniziare". Ebbene, per chi conosce la storia del cantante è immediato il riferimento alla figlia Celeste, che all'epoca aveva 3 anni. Ma non per tutti era così innocente questa frase in un cantato passionale alla Plant. Al di là di significati malinterpretati, la canzone rimane una delle più amate del pubblico, tappa fissa ai live e diversa ogni anno che passa, perché il testo cambia con l’età di Celeste.

Francesca Brioschi

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Francesca Brioschi
Tags: led zeppelin

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