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3 brani, King Lear e una maestra: come nacque “I Am The Walrus” dei Beatles

Attraverso la loro opera, i Beatles hanno consacrato il proprio nome, pur concedendosi esercizi stilistici dai tratti ironici e critici come I Am The Walrus

Accreditata a John Lennon e Paul McCartney, I Am The Walrus uscì nel 1967, in occasione del film televisivo Magical Mystery Tour. I Am The Walrus compare come lato B del singolo Hello, Goodbye e sull'EP ed album MAGICAL MYSTERY TOUR. Il brano, gli appassionati più irriducibili lo sapranno bene, è sempre stato al centro di numerose speculazioni e teorie da parte di fan e addetti ai lavori. Questo, per il suo testo provocatorio, incomprensibile a tratti e madido di sfaccettature. La verità è che I Am The Walrus è il frutto della commistione di diversi eventi che catturarono l'attenzione di Lennon e dei Beatles che, nella loro seconda era, erano mossi da una nuova sagacia e si proponevano con un approccio più eclettico e attento. 

Il vero significato di I Am The Walrus 

Come detto, I Am The Walrus è figlia di diverse opere ed eventi. Partendo dal titolo, per il quale John Lennon trasse ispirazione da una poesia contenuta in Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò di Lewis Carroll, intitolata The Walrus and the Carpenter. John Lennon dichiarò successivamente all'uscita di I Am The Walrus di aver commesso un errore con il titolo, credendo che, nella storia, il tricheco fosse il buono e il falegname il cattivo e che, quindi, avrebbe dovuto intitolarla I Am The Carpenter

Arrivati al testo, invece, i più attenti troveranno numerosi frammenti. Tra viaggi lisergici sotto l'effetto degli acidi, un nonsense assoluto e la rivisitazione del repertorio di alcuni brani dei Beatles stessi come Lucy In The Sky, trovano spazio anche una vecchia filastrocca sul giardino e le ispirazioni letterarie provenienti da Lewis Carroll ed Edgar Allan Poe. A spingere John Lennon a dare vita alla traccia, poi, la notizia secondo la quale un'insegnante della Quarry Bank High School di Liverpool, scuola frequentata anche da lui in passato, proponesse alle sue classi di analizzare i testi dei Beatles. Proprio per questa ragione la colonna portante dei Fab Four inserì nel testo un verso tanto intricato e privo di senso da risultare impossibile da decifrare. 

Shakespeare e la fine delle incisioni 

Non solo cinismo e viaggi in acido. Ad I Am The Walrus che fu incisa tra i primi e gli ultimi giorni del settembre del 1967, John Lennon decise di aggiungere alcuni spezzoni del Re Lear di Shakespeare, registrati direttamente dalla radio mentre Lennon cambiava le frequenze. Sebbene abbia subito le dure inflessioni della censura inglese, I Am The Walrus riuscì a diventare uno straordinario successo, a dispetto del nonsense che la contraddistinguesse. Viene oggi ricordata come un manifesto di protesta potente ed evocativo, oltre che come il punto più alto dello slancio estroso di Lennon e dei Beatles. 

Claudio Pezzella

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Claudio Pezzella

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