Soprattutto quando si tratta delle tracce più popolari, sarebbe difficile immaginarne versioni esenti dalla grinta che, solo la chitarra, può dare. Ci sono chitarristi passati alla storia attraverso i loro strumenti, che continuano ad influenzare intere generazioni d'artisti. Alcuni lavori sono impossibili da non amare e, quando la chitarra ruggisce sin dai primi secondi, si sa dal principio che si tratterà di un brano epico. In questa classifica, vi presentiamo alcune tra le migliori intro di chitarra di tutti i tempi.
La band esordì sulle scene con un heavy metal incendiario che raggiunse il proprio epitome nella traccia in oggetto, forte di duelli chitarristici da mozzare il fiato.
Anche qui, George Harrison e Paul McCartney si scambiano i riff, lasciando a John Lennon e Ringo la sezione ritmica. L'attacco, l'integrità e l'intelligenza sono tipici della REVOLVER era, lasciando ben poco all'immaginazione dell'ascoltatore.
Nei Wings, a suonare la chitarra per Macca c'era Denny Laine, anch'egli come Harrison ispirato da Django Reinhardt. Il suo, era un lavoro ispirato e spontaneo, in grado di regalare performance memorabili sulle tracce della band.
Suonato principalmente in acustico, la chitarra all'inizio è imponente, splende e ipnotizza l'ascoltatore, catturandolo completamente fino all'ultimo istante di riproduzione.
L'approccio di Rory Gallagher al blues era studiato, con una ricercatezza sonora d'altissimo livello. Il suo, era uno stile unico, che gli ha permesso di entrare nella pletora dei chitarristi più influenti nella storia. In questa traccia, la sei corde di Gallagher viaggia attraverso lo spazio ed il tempo, unendo elementi di folk irlandese con rock e blues.
Una carriera solista fresca e ricca di inventiva, quella del chitarrista dei Blur. Un artista brillante che, con Freakin' Out, presentò uno dei suoi singoli più energetici, trainato da un riff d'apertura travolgente.
Una chitarra ispirata al mondo del sitar indiano, quella di Jeff Beck in questa traccia. Avanguardia pura per l'epoca in cui fu rilasciata e, oggi, pura manifestazione di smisurato genio.
Epica, cinematografica potremmo dire. Una traccia che nulla ha da invidiare alle colonne sonore più evocative del grande schermo, per la quale i Bloc Party si ispirarono a maestri immensi come Ennio Morricone.
A dare l'impronta per questa traccia fu Smells Like Teen Spirit dei Nirvana. Impossibile sbagliare quando si trae ispirazione da uno dei riff più iconici della storia del rock.
Un brano elettrico costruito, almeno all'apparenza, su una struttura acustica. Una traccia straordinaria, il cui riff d'apertura si apre potentissimo alle orecchie dell'ascoltatore.
Voodoo Chile non ha bisogno di presentazioni. Jimi colpisce la chitarra con violenza, in apertura, aggiungendovi un wah esplosivo. Un muro sonoro impossibile da abbattere, tagliente, acido e aggressivo.
Uno dei brani più importanti per gli amanti del rock e non solo. Un'ode all'amore sofferta, intensa e passionale, impreziosita da chitarre spaventose, in grado di elettrificare l'atmosfera sin dai primi istanti.
La traccia è inarrestabile. La batteria, le voci, tutto trasuda rock e le chitarre risultano semplicemente disarmanti, lanciando saette sin dai primi secondi.
Si respira Motown Records in questa canzone del Beatle silenzioso. L'unione di chitarre, fiati e liuti è incredibilmente, densa, con il giro principale scritto alla sei corde forte di un apporto emotivo meraviglioso.
Una traccia scintillante, cantata a squarciagola in tutti i bar del mondo, spinta sulla stratosfera da un giro di chitarra esplosivo.
Il primo singolo degli Arctic Monkeys marcò uno dei debutti internazionali più gloriosi di tutti i tempi. Ravvivò un genere, avvicinò milioni di giovani al rock sin da subito e appassionò praticamente chiunque per la poesia sprezzante di cui i testi erano conditi.
Impossibile non includere in questa classifica il brano più famoso del leggendario Chuck Berry, con la sua intro di chitarra fulminea, decisa e gioiosa.
Trasuda trasgressione da tutti i pori, You Really Got Me definì un'intera generazione di rocker, ispirando mostri sacri come i Van Halen, la cui cover, è entrata negli annali, accanto alla versione originale.
Un artista formidabile che, della musica, fece la sua ragione primaria di vita. Purple Rain rappresentò l'epitome creativa di Prince, un brano tanto catchy quanto solenne, il cui arpeggio iniziale continua a scaldare milioni di cuori.
Dramma, romanticismo, conflitto. Il tutto viene sapientemente espresso dalla sei corde di Keith Richards posta in apertura a questo brano iconico dei Rolling Stones. Il falsetto di Mick Jagger è spettacolare, mentre il brano, nella sua interezza, tesse atmosfere intense e trascinanti.
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