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AEROSMITH: tutto è ancora possibile

Dopo i drink, le droghe, i litigi e… il mal di piedi, gli Aerosmith sono di nuovo in pista per quello che potrebbe essere l’ultimo tour. O forse no? I Toxic Twins svelano la verità.

L’11 giugno scorso, gli Aerosmith sono stati il gruppo principale al Download Festival, e poi sono passati anche dalle nostre parti. E per l’ennesima volta, migliaia di spettatori si sono stretti sotto il loro palco, forse, senza rendersi conto di che miracolo sia stato, vedranno ancora quei cinque lassù, a suonare per loro.

Anche non considerando che per anni gli Aerosmith hanno vissuto fregandosene di qualsiasi “limite di velocità”, resta il fatto che il gruppo si è complicato molto la vita con le proprie mani. Perfino adesso che attraversa l’Europa con l’Aero-Vederci Baby! Tour, quello che normalmente sarebbe un tour trionfale procede nella loro proverbiale confusione: anzitutto, è davvero l’ultimo? Be’, Tyler l’ha confermato, ma poi ha detto anche che quando si ritrova da solo con gli altri, dopo tutti questi anni, non riesce a pensare all’idea di smettere.

Ci sarà un altro disco? Prima Perry dice che stanno posponendo il loro tour negli USA per lavorare su del nuovo materiale, poi a «Classic Rock» annuncia che… be’, non facciamo spoiler. Leggete e lo scoprirete.

Questa intervista arriva dopo molti screzi tra i due negli ultimi tempi. Perry non è rimasto molto colpito dal disco country di Tyler dell’anno scorso (2016). “Ehi, se non lo conoscessi, quando ho sentito quel brano avrei detto: ‘Va bene, il prossimo?’”, ha detto Perry del singolo Red, White & You. “E questo basta. Non intendo dire altro”.

Tyler ha riposto così: “Lo sai? Nella nostra famiglia la gelosia è mooooooooooolto profonda”. I due non hanno lesinato le punzecchiature e le frecciatine reciproche nelle rispettive autobiografie. Perry ha insinuato più volte che Tyler ormai pensa più a come essere una star che a fare musica.
Dice che per quarant’anni ha retto il gruppo sulle proprie spalle”, ha detto Perry a un intervistatore. “Amico, ma ti sei mai visto allo specchio?”. Il libro di Tyler ha parlato di anni passati a litigare e ha chiarito che i Toxic Twins potrebbero aver ricevuto questo soprannome sia dall’uso di droga che dai veleni che si scambiavano a vicenda. Eppure sono ancora qui, 46 anni dopo la formazione del gruppo nel Massachusetts, ancora in sella per un altro remunerativo giro nelle arene e disposti a parlare della vita negli Aerosmith, su cosa gli riservi il futuro – anche se tra quando hanno parlato con «Classic Rock» e quando voi leggerete questo articolo potrebbe essere tutto cambiato – e della musica che li ha fatti innamorare del rock’n’roll.

Parlando dalla sua casa a Maui – casa pagata dal suo cachet di giudice del programma American Idol – Tyler è affettuoso, colorito, e apre la conversazione con un amichevole “Come ti va, tesoruccio bello?”. Perry, con cui abbiamo parlato a Los Angeles, dopo la mezzanotte, un paio di giorni dopo, è forse meno estroverso ma svela più cose – almeno finché Johnny Depp non arriva in studio e lo obbliga a mollarci per lavorare insieme a lui a dei brani degli Hollywood Vampires. Entrambi dicono le cose giuste, e spesso dicono anche quelle sbagliate. Quando gli Aerosmith finalmente diranno che è finita, per Perry e Tyler non è previsto un futuro nella diplomazia.

Foto via: it.pinterest.com/explore/joe-perry/?lp=true

Steven Tyler: “A differenza degli altri, sono l’unico a cui non frega un cazzo se non facciamo un dollaro!”

Cos’è che vi ha fatti tornare in tour con gli Aerosmith, a parte la prospettiva di incassare un sacco di soldi?

STEVEN TYLER: Amo il mio gruppo. Non c’è nulla che io ami di più dei miei figli e del poter dire di far parte di un gruppo che ha suonato in un sacco di locali, uniti come fratelli. A differenza degli altri, non me ne frega un cazzo se saliamo sul palco e non facciamo un dollaro. A me piace suonare col gruppo. Però mi servono un paio di giorni liberi tra un concerto e l’altro, come gli Zeppelin o gli Stones. Non posso più fare come ai vecchi tempi, quando magari facevo tre concerti tutti di fila. Ho bisogno di staccare, e ho bisogno che il gruppo lo accetti. A volte mi sembra di no, ma credo che stiamo tutti bene assieme e i soldi piacciono a tutti e credo che a tutti piaccia stare in questo gruppo. Nessuno guadagna più degli altri.

Joe Perry: “Lo faccio solo per il pubblico.”

Suoneresti lo stesso dal vivo, se non ci fossero  questi cachet così grossi?

JOE PERRY: Se non fosse per il pubblico, non lo farei. Ma quando il gruppo inizia a suonare quei brani e sentiamo le reazioni, mi viene lo stimolo di suonarli meglio che posso. È vero. Le ho già fatte migliaia di volte, ma quando il pubblico davvero segue ogni nota col cuore è come se le suonassi la prima volta. A volte ci penso e mi dico: “Ma che cazzo, ora vado là fuori e suono ancora una volta Cryin’?”. E poi lo so che quando vado sul palco e attacco i riff e il pubblico risponde… e allora certo non mi metto a pensare: “Cristo, ma questo mese l’ho già fatta cinque volte!”.

Leggi l’intervista completo nel nuovo numero di Classic Rock Italia! In edicola con la copertina di Chris Cornell & Soundgarden! Un numero strepitoso.

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