Sarebbe davvero un peccato perdere di vista una band valida come i Talk Talk. Il loro fu un inizio tortuoso, ma tra la fine del decennio e l'inizio degli anni '90, il gruppo dimostrò al mondo di essere notevolmente cresciuto, di essere diventato qualcosa di unico, grazie alla creatività infinita di Mark Hollis. I Talk Talk raggiunsero la consacrazione con il sopracitato THE COLOUR OF SPRING, nel 1986.
Un disco che rappresentò un punto di svolta nell'opera della band, grazie all'intensità della tracklist, all'estensione smisurata dello spettro sonoro e alle hit di matrice ambient di cui era dimora. Trovare un suo degno successore poteva sembrare difficile, ma alla fine, il disco successivo riscosse ancor più successo del precedente, lanciando i Talk Talk sulla stratosfera. Parliamo di SPIRIT OF EDEN, il loro magnifico quinto album, apparentemente ispirato da Bob Dylan.
SPIRIT OF EDEN, bisogna ammetterlo, supera ampiamente in termini di ricercatezza sonora il suo predecessore. Ciò nonostante, non fu in grado di replicare l'impresa in termini commerciali. Come un buon vino, però, SPIRIT OF EDEN è invecchiato in modo meraviglioso, sprigionando ogni sua sfumatura, senza lasciare nulla al caso. Oggi, viene definito il più grande lavoro della band. Hollis, intervistato nel 1990 dalla BBC, spiegò che ogni album del gruppo fosse stato un lavoro migliore del precedente, dimostrando chiaramente la crescita della band negli anni.
Andando avanti con il colloquio, l'artista rivelò i particolari del lungo processo di creazione che portò SPIRIT OF EDEN come risultato finale. Lunghe ore di improvvisazione, precedenti a periodi altrettanto estesi di riflessione su quali tracce scegliere e su come segmentare le varie sezioni. Passarono tre anni da THE COLOUR OF SPRING, prima che i Talk Talk fossero in grado di presentare al pubblico il nuovo disco, forte di emozioni prevalenti sulla tecnica, di connessioni forti e comprensione definitiva del legame tra i membri del gruppo. La priorità dell'album per Hollis era quella di raggiungere la medesima sincerità di NEW MORNING di Bob Dylan. Un punto di riferimento perfetto che, nella realtà, fu ascoltato dalla band a ripetizione in fase di incisione, impattando profondamente su SPIRIT OF EDEN.
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