Come suonare la chitarra come Kurt Cobain dei Nirvana

L’antieroe della chitarra per eccellenza. Rinnegando i virtuosismi, Kurt Cobain divenne un simbolo generazionale e, oggi, il suo playing interessa anche i chitarristi dai gusti più sopraffini.

Portava in studio tutto ciò che gli capitava a tiro e montava sei corde. Il più grande dono di Kurt Cobain consisteva nel fare tanto con poco, sia in termini di risorse materiali che, soprattutto, di tecnica chitarristica. Può sembrare banale e scarno, ma l’approccio del compianto leader dei Nirvana è qualcosa di davvero difficile da assimilare senza avere una certa dimestichezza con lo strumento a renderci coraggiosi e spontanei quando suoniamo.

I segreti del playing di Kurt Cobain

Quando si studia il metodo di Kurt, ci si rende conto dell’unicità dei suoi intervalli. Il chitarrista suonava i power chord inventando combinazioni sempre d’impatto, sfruttando sia gli intervalli di prima e di quinta che le posizioni bi-corde più basilari. Conoscere i power chord di La, Do, Re, Mi e Sol vi permetterà di suonare il 90% del catalogo dei Nirvana. Ciò nonostante, è importante sincronizzare alla perfezione la mano della ritmica e dare la giusta enfasi ad ogni cambio, specie quando si usa la chitarra per accompagnarsi alla voce. In quest’ultimo caso, infatti, si denoterà quanto, di fatto, i pattern di Cobain collimassero con le linee vocali. Ai novizi, poi, consigliamo di maturare un background delle differenti accordature come il Drop D, per padroneggiare al meglio la tecnica di Kurt.

Come ben sappiamo, Kurt non spiccava per il suo stile variegato, ma una delle pratiche a cui era più avvezzo quando componeva era l’uso delle corde aperte. Parliamo di una tecnica da non sottovalutare affatto, avendo rappresentato uno dei marchi di fabbrica più intensi ed heavy del gruppo. Cobain utilizzava molto le note cromatiche, aggiungendo nei suoi riff note fuori scala. Un approccio, questo, tipico di generi eclettici come il jazz. Al di là della sua attitudine minimalista, comunque, non bisogna dimenticare che Kurt abbia cominciato ad interagire col suo strumento sin dalla tenera età, conseguendo notevoli risultati.

Un’ultima nota sul playing di Kurt riguarda i soli. Quando si vuole scrivere nel suo stile, è opportuno entrare in un’ottica solista in cui i vari fraseggi riprendono la melodia principale della traccia, venendo suonati con rabbia e poco controllo. Il solo, per Cobain, era un’espressione viscerale di emozioni recondite e scomposte e non la possibilità di mettere le proprie abilità in mostra attraverso una parentesi individuale.

La strumentazione in pillole di Kurt Cobain

La scelta di Kurt Cobain in termini di chitarre è sempre ricaduta su strumenti Fender o stile Fender. Sono emblematici gli esemplari che il chitarrista ha sfoggiato dal vivo e nei videoclip dei brani dei Nirvana più evocativi di Fender Jaguar, Mustang e Stratocaster. Talvolta, Cobain utilizzava strumenti più singolari, come le Mosrite, ma in linea generale, la trinità del sound dei Nirvana era la sopracitata. Per avvicinarsi ai toni di Cobain, quindi, si consiglia di adottare strumenti muniti di single coil e humbucker, che suonino in maniera acida ed aggressiva, in modo da replicare quelle atmosfere selvagge e violente che hanno portato i Nirvana sul tetto del mondo.

Per quanto riguarda il sound acustico, invece, Cobain ha adottato principalmente una Martin D-18E pesantemente modificata, divenuta iconica. In ogni caso, quando si studia il sound dei Nirvana, ci si focalizza, solitamente, sull’approccio elettrico del frontman. Consigliamo, poi, una pedaliera ridotta all’osso, con un buon distorsore come un Ibanez Tube Screamer o un overdrive di Boss e un pedale chorus, particolarmente utile nelle introduzioni. Il sound dei Nirvana sarà completo con amplificatori Mesa Boogie, Marshall, Fender o Peavey. Gli ultimi due brand potrebbero presentare una più ampia gamma di offerte adatte a tutte le tasche.

Claudio Pezzella

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Claudio Pezzella
Tags: nirvana

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