Un maestro assoluto del blues moderno. Joe Bonamassa è in grado di far collimare la chitarra contemporanea con il gusto eclettico dei fasti come nessuno. Scopriamo i segreti del suo playing impeccabile.

Iniziò il suo percorso nel mondo della musica da giovanissimo. Sono emblematici gli scatti che lo ritraggono al fianco del suo eroe B.B. King, ancora in tenera età. Joe Bonamassa è stato l'enfant prodige del blues moderno e, oggi, ricopre un ruolo di spicco nel Gota dei migliori chitarristi dei nostri tempi. Il suo sound affonda le radici in un lascito sonoro inestimabile, quello di mostri sacri come Jeff Beck, Eric Clapton e lo stesso B.B. King, pur assorbendo la decisione di chitarristi come Jimmy Page e Paul Kossoff. Quello del celeberrimo guitar hero italoamericano è un approccio poliedrico e variegato. Ne vediamo, di seguito, gli highlight più significativi.

Il playing di Joe Bonamassa in pillole

Il suo mentore fu il grande Danny Gatton e a chitarristi come il sopracitato Page deve il suo approccio aggressivo e solenne alla composizione dei riff e alla ritmica. La prima cosa su cui ci si focalizza quando si intende suonare a-la Bonamassa è, sicuramente, l'esecuzione dei bending. Sembrerà scontato, ma tirare la corda fuori tonalità può rovinare anche il più eclettico dei soli. Sarà fondamentale suonare con il pickup al manico, meglio se un humbucker, su canali high gain, per tirare note lunghe e potenti.

I ritmi ripetuti, così come i classici lick blues costituiscono la stragrande maggioranza delle frasi di Bonamassa, in ogni caso, sempre tecniche e pulite. Proprio a partire da queste premesse, è opportuno rimarcare l'importanza dello sviluppo di velocità serrate al manico, senza scendere a compromessi con la pulizia, per essere il più fedeli possibili ad un chitarrista che, in fin dei conti, si ispira profondamente all'hard rock nella commistione di generi che costituisce la sua identità artistica prorompente.

Approcciarsi alla Pentatonica con aggressività, per mezzo di forti vibrato e pennate potenti, infine, può essere un ottimo modo per avvicinarsi alla verve innata che rende tanto imponente il sound di Joe Bonamassa.

La strumentazione del chitarrista

Risulta davvero difficile, se non impossibile, inquadrare il rig totale di Joe Bonamassa. Oltre ad essere uno dei migliori chitarristi sulla piazza, infatti, egli è anche un avido collezionista, facendo della compravendita di strumenti musicali vintage il suo più grande vezzo e anche un'ottima fonte di buoni affari. Nel corso degli anni Joe ha organizzato una collezione particolarmente invidiabile, tra le più famose al mondo, sotto il nome di Nerdville. Non solo, il chitarrista è solere deliziare i suoi fan con le storie, le recensioni ed i sample sonori delle sue acquisizioni più recenti e di quelle più sensazionali.

Sul palco, Joe non manca di esibire alcune delle sue asce più fidate come le Gibson Les Paul del '59, la Firebird del '63 e le mitiche Martin acustiche. Ricordiamo, inoltre, che Bonamassa sia un artista Gibson con diversi modelli signature sia sotto il brand principale che prodotti da Epiphone.

In linea generale, comunque, possiamo dire che il sound di Joe Bonamassa sia ricco, corposo, come solo un humbucker degno di nota può essere, mentre per l'amplificazione, il chitarrista sia solito utilizzare Marshall JCM 2000 e, talvolta, sistemi Fender vintage. Un buon compromesso potrebbe essere un ampli testata e cassa del primo brand che, unito ad una Les Paul, costituiscono il suono di base su cui si sono eretti decenni di storia del rock. Per i pedali, è necessario non farsi mancare un Wah, un overdrive, meglio ancora se un Tube Screamer e qualche effetto d'ambiente come chorus, delay e riverberi. Per i plettri, infine, Bonamassa è solito adoperare Dunlop Jazz III, mentre per le corde, essendo un artista Ernie Ball, utilizza mute del marchio, solitamente 011.

Claudio Pezzella

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Claudio Pezzella

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