Steve Hackett: “SURRENDER OF SILENCE è l’album più heavy che abbia mai inciso”

Il leggendario artista ha riflettuto sul dietro le quinte di SURRENDER OF SILENCE, suo ventisettesimo album, proveniente da un periodo particolarmente frenetico.

Steve Hackett continua ad immergersi totalmente nella sua musica. Con una valanga di progetti all'attivo, tra cui un'autobiografia, un album dal vivo e uno acustico. Come se non bastasse, qualche mese fa il musicista rilasciò SURRENDER OF SILENCE un lavoro completamente elettrico dalle sonorità del tutto inedite. SURRENDER OF SILENCE ha mostrato Hackett in una veste nuova, presentando un artista che, nonostante i decenni trascorsi sulle scene, ha ancora molto da dire. Intervistato da Classic Rock UK, l'ex chitarrista dei Genesis ha riflettuto sull'album. Riportiamo, di seguito, alcuni estratti.

Le parole di Hackett sul disco

Durante il colloquio Hackett ha spiegato che, libero dalle distrazioni del tour e, dopo l'uscita di UNDER A MEDITERRANEAN SKY, disco acustico completamente diverso dal successivo, abbia finalmente avuto modo di raccogliere le idee partendo da una traccia già composta e pronta ad entrare in un disco elettrico, dalle sfaccettature multietniche: Scorched Earth.

Al di là delle ispirazioni provenienti da oltreoceano, comunque, il chitarrista ha considerato SURRENDER OF SILENCE il suo lavoro più aggressivo, grazie alle sezioni di chitarra travolgenti e alle strumentali furiose che lo caratterizzano. Insomma, l'approccio generale del disco è ben lontano dalla tranquillità del lavoro precedente.

Successivamente, il chitarrista ha affermato: "Si tratta di un album molto heavy, in cui ho avuto la possibilità di essere veloce e arrabbiato. Ho realizzato che, spesso, la musica che scrivi è il risultato dei giocattoli che usi. Ho suonato la mia Gibson del 1957 ed un amico mi ha prestato una chitarra disegnata da Brian May. Fanno cose molto diverse. Non penso che un gran chitarrista debba essere un virtuoso ogni volta. Le cose potrebbero farsi noiose. A volte un musicista deve fare un passo indietro ed esplorare gli orizzonti del suono con romanticismo. Altre volte è bello andare veloci e bruciare le note. Le chitarre sono molto versatili come strumenti". Al di là di tutto, il chitarrista definisce il disco come un lavoro particolarmente innovativo e si dice pronto a stupire i suoi fan ancora, non accennando a fermarsi.

Claudio Pezzella

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