Eccessi e dissolutezze hanno sempre condizionato le dinamiche interne ai Black Sabbath. In un periodo, però, tutto questo arrivò ad un picco particolarmente pericoloso, in concomitanza con le fasi di incisione di VOL. 4, pesantemente condizionato dall'alterazione da cocaina e droghe pesanti in cui i membri del gruppo vertevano. Storia vorrebbe che, al termine delle registrazioni, alla band sia stato presentato un conto da ben 75.000 dollari solo in stupefacenti. Questo, lascia ben poco all'immaginazione, rendendo, quello di VOL. 4, uno dei making of più estremi e decadenti nella storia del rock.
Consumare ben 75.000 dollari di cocaina significa superare ogni barriera etica e freno inibitore, oltre a mettere la propria vita a repentaglio. Ogni giorno, quindi, trascorreva all'insegna del caos e dell'imprevedibilità al punto che, sebbene Patrick Meehan sia stato accreditato come co-produttore, il gruppo fu lasciato completamente in balia di sé stesso in studio. Ad un certo punto Bill Ward rischiò, addirittura, di essere cacciato dal gruppo, per una mera incomprensione coi colleghi.
Questa, per altro, non fu nemmeno il punto più basso del batterista all'interno della band. Tony Iommi avrebbe, infatti, ricordato di quando a Los Angeles, i membri dei Sabbath lo dipinsero con pittura dorata dalla testa ai piedi. La vernice innescò un'intossicazione nel batterista che fu trasportato d'urgenza in ospedale. Contro ogni pronostico, Ward riuscì a sopravvivere e, sebbene quella volta siano stati vicini ad ucciderlo, continuarono a torturarlo con scherzi di cattivo gusto per diverso tempo.
Al di là della spirale di consumo di droghe in cui erano sprofondati, comunque, i Black Sabbath erano al picco della loro carriera musicale. I Sabbath, del resto, rifletterono a più riprese sullo stacanovismo che contraddistinse quell'epoca e che condusse alla nascita di uno dei loro lavori più evocativi in assoluto.
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