L’inizio della fine degli Emerson, Lake & Palmer

Nel 1978, gli Emerson, Lake & Palmer annunciavano pubblicamente la loro rottura. Qui vi parliamo dell'audace WORKS VOL.1, l’inizio del declino.

Di facciata, la band sembrava al picco del successo dopo il tour di sostegno all’album BRAIN SALAD del 1973. Ma la verità era che, sotto quella popolarità, non c’era affatto una band felice. Appena terminato il tour, i membri presero una lunga pausa da quella vita condivisa, per ricongiungersi solo nel 1976, proprio per lavorare a WORKS VOLUME 1.

La vacanza l’uno dall’altro, tuttavia, non era stata sufficiente a recuperare quell'equilibrio ormai perduto: nessuno dei tre voleva cedere il controllo agli altri, e con questa premessa l’unità del gruppo non poteva che essere un lontano miraggio. Del resto, ascoltando WORKS VOLUME 1 è difficile non notare come i tre lavorino davvero assieme solo per poco, mentre il resto dell’album è praticamente dedicato a far rispendere le capacità soliste di ognuno.

Basta guardare l’interno della copertina dell’LP originale, in cui i tre sono ritratti separatamente: Emerson lancia uno sguardo intenso dal suo pianoforte a coda, Lake è l’incarnazione del cantore d’amore, sia per il sorriso, che per la camicia sbottonata e la chitarra con un disegno a cuore. Palmer invece è seduto alla batteria, addosso solo una canottiera e a terra un asciugamano, a suggerire il sudore richiesto dal suo lavoro.

Ma è la musica il vero indice di questa solitudine a tre. L'LP apre con l’audace composizione di Emerson, che occupa 18 minuti in 3 movimenti: con questo brano, Emerson esprime la sua impronta modernista, non dimentico delle ispirazioni classiche e dei gusti jazzistici. Invece, Lake si presenta con cinque brani scritti in collaborazione con Peter Sinfield: Lend Your Love to Me Tonight, Nobody Loves You Like I Do e Closer to Believing sono esempi di produzione pungente, di ballate agrodolci, evocative ed eccentriche. Il lato di Palmer è del tutto strumentale, senza dubbio di alta qualità, senza raggiungere forse però un livello eccezionale per quanto riguarda le idee musicali.

Senza soffermarci sul resto dell’album, saltiamo all’ultimo brano del disco, Pirates, un’epica, grande canzone degli Emerson, Lake & Palmer. Basato su una colonna sonora, scritta originariamente da Emerson per un adattamento cinematografico del romanzo The Dogs of War, presenta il testo di Lake e Sinfield: il tutto è un risultato di bravura di 13 minuti, qualcosa che sembra chiudere la storia della band.

Non finì lì: ci fu WORKS VOL. 2 e LOVE BEACH, ma forse potremmo considerare WORKS VOL.1 l’ultimo picco prima del declino definitivo.

Claudia Marzetti

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Claudia Marzetti

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