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Neil Young punta il dito contro i giganti della tecnologia: anche Google è nel mirino

Neil Young si schiera contro i giganti della tecnologia e si chiede: come faranno i nuovi artisti emergenti a fare ciò che abbiamo fatto noi al nostro tempo?

Neil Young si è schierato contro i leader del mondo digitale e i grandi produttori di musica, in un nuovo e lunghissimo post pubblicato sul suo sito, intitolato “Google And Artists”, con la volontà di creare un ambiente “in cui ogni artista non sia pagato per ultimo“. Il rocker ha cominciato il discorso citando il suo album Broken Arrow, realizzato insieme al suo gruppo Crazy Horse, nel 1996.

I giovani artisti oggi, i grandi autori, cantautori e musicisti all’inizio della loro produzione creativa, sono sfidati a sbarcare il lunario nel mondo digitale: un mondo in cui l’artista è pagato per ultimo, se non del tutto, dai giganti della tecnologia. Questo mi è venuto in mente oggi, mentre ascoltavo ‘Broken Arrow’” ha scritto Young su “Neil Young Archives”.

‘Broken Arrow’ è un album trascurato. È stato il primo album dei Crazy Horse dopo la morte di David Briggs, il nostro produttore fin dagli inizi. ‘Broken Arrow’ è profondo, vero e non cercava di essere qualcos’altro. Stavo cominciando a capire che le hits erano sopravvalutate e che i produttori di successi stavano cadendo come mosche” e ha continuato dicendo: “Oggi, nell’era di Facebook, Google ed Amazon, è difficile dire come un artista musicale nuovo possa farcela nel modo in cui ce l’abbiamo fatta noi. I giganti della tecnologia hanno escogitato un modo per utilizzare la musica di tutti e di tutti i tempi, senza riportare il numero di ascolti di un artista o di pagare un fottuto centesimo ai musicisti. Non sono grandi aziende!! Questo ti fa domandare: da dove verrà la prossima generazione di artisti? Come sopravviveranno?“.

 

 

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