Una storia incredibile alle spalle, la capacità di creare un sound che attingendo da mille influenze passate riesce a essere attualissimo, nuovo, profondo, incisivo. Canzoni grondanti passione, sofferenza, onestà, urgenza, che mettono insieme poderosi riff alla Led Zeppelin (o se preferite alla Jack White) con il funk estremo di James Brown, il blues più torrido, crudo e profondo, la critica sociale alla Gil Scott Heron, rock, soul, gospel. Il nuovo PLEASE DON’T BE DEAD ne è una fulgida testimonianza, riuscendo a superare in qualità, maturità, intensità il precedente capolavoro THE LAST OF OAKLAND (vincitore di un Grammy Award nel 2017 nella categoria Best Contemporary Blues).
Sì, io chiamo la mia musica black roots music per tutti. C’è una lunga, ricchissima storia e scelgo liberamente dal giardino, con molto rispetto e gratitudine per i miei predecessori e antenati. Questa musica è veramente Americana, è nel nostro sangue.
Penso siano due dimensioni differenti e quindi devi quasi dividerti in due diverse persone. Lo studio di registrazione è forse il momento più onesto che troverai in questo processo artistico, il momento più puro come compositore e produttore. Invece, penso all’esibizione dal vivo come a una chiesa senza religione. Cerco di rendere questa esperienza unica in base al diverso tipo di pubblico che trovo in ogni parte del mondo. La cosa più importante è entrare in connessione con loro dal vivo. L’ho imparato dal busking, suonando per strada [Fantastic Negrito ha una lunga esperienza in tal senso, ndr]. Quattro anni fa andavo alla stazione dei treni e suonavo, ed è così che ho ottenuto una vera e onesta opinione sulle mie canzoni dal pubblico che incontravo ogni giorno.
Mi piace un approccio organico, in qualsiasi modo accada. Qualche volta compongo solo con la chitarra, altre volte scrivo al pianoforte. Stavolta ho scritto parecchio usando il basso: ho usato sette diversi tipi di basso per registrare questo nuovo lavoro, è un album davvero basato sul basso, un album con un sacco di groove, un groove molto pesante, heavy. E in alcuni casi ho composto con la batteria. Vedo gli strumenti musicali come mezzi per creare. Non so se mi piace davvero suonare, ma mi piace usare gli strumenti come mezzi creativi.
Ah, sono un ragazzo così vecchio ormai, ma voglio scegliere uno nuovo come Kendrick Lamar. Cosa intendi per vivace? Ognuno lo è, soprattutto negli ultimi tempi. Se vuoi che ti suggerisca qualcuno che ancora non conosci, posso consigliarti i Jamming Nachos di Oakland.
La direzione che voglio mantenere è reale, cruda, tagliente, interessante. È il motivo per cui sono un artista. Mi interessa sempre e solo quella direzione. Questo album è decisamente più duro di THE LAST DAYS OF OAKLAND. Quando ho registrato PLEASE DON’T BE DEAD, ho voluto dimenticare di aver vinto un Grammy Award, ho voluto lasciar perdere tutte le aspettative e stabilire una relazione autentica e genuina tra il mio spirito e la mia abilità artistica. Questa è la cosa più importante per me, l’Autenticità. L’Originalità. Solo questo conta.
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