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Nada torna dopo 50 anni al Festival di Sanremo e lo vince, tra emozione e fischi.

Motta e Nada si aggiudicano il premio come Miglior Duetto al Festival di Sanremo, cantando il brano Dov’è l’Italia. Tutti emozionati nel rivedere Nada sul palco dell’Ariston, ma anche diversi fischi: perché?

Perché è stato emozionante il duetto tra Motta e Nada? Il motivo è molto semplice.

Due generazioni a confronto, due artisti molto particolari che hanno compenetrato la loro voce generando un turbine di ricordi nel pubblico. Tutti hanno in testa il volto di Nada cantare Ma che freddo fa al Festival di Sanremo nel 1969: la sua timbrica particolare, il suo taglio interpretativo elegante e profondo ma che “entra dentro” il testo, il suo volto espressivo. Nonostante rivediamo in Nada il tempo passato, quei 50 anni trascorsi da quella toccante esibizione, rivederla a fianco di Motta, con lo stesso volto di bambina, ha smosso le emozioni di tutti, comprese quelle degli 8 esponenti della giuria d’onore (che hanno conferito all’esibizione il premio come miglior duetto): Mauro Pagani, Ferzan Ozpetek, Camila Raznovich, Claudia Pandolfi, Elena Sofia Ricci, Beppe Severgnini, Joe Bastianich e Dandini.

Ma da dove parte la carriera di Nada? Venne scoperta da Franco Migliacci e debuttò al Festival di Sanremo 1969 (quindi, per l’appunto esattamente 50 anni fa!) con il brano Ma che freddo fa, che arriva a posizionarsi al primo posto in hit-parade per un mese. In seguito partecipa a Un disco per l’estate 1969, con il brano Biancaneve. Grazie all’album Ho scoperto che esisto anch’io, abbandona la sua immagine adolescenziale, avvicinandosi alla canzone d’autore, collaborando con artisti del calibro di Riccardo Cocciante, Antonello Venditti e Claudio Baglioni e partecipando per ben 7 volte al Festival di Sanremo.

Ma torniamo alla meritata vittoria del duetto con Motta: non sono mancati i fischi. Ma perché? Secondo chi ha fischiato il premio se lo sarebbero meritati Federica Carta e Shade in duetto con Cristina d’Avena?

Quei fischi sono il segno di un’Italia che non capisce né la valenza di un artista emergente come Motta, né la storia della musica e il valore del ricordo rappresentati da Nada.

Del resto la decisione di Baglioni e del palinsesto di aprire il Festival ai cantanti giovanissimi si è portata appresso anche il relativo pubblico: un pubblico che non studia e non conosce.

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