Gene Simmons sostiene che il lavoro del musicista sia quello di “creare un tempo magico” sul palco, per aiutare i fan a dimenticare la mondanità e la vita di tutti i giorni. Il bassista dei Kiss descrive il palco nel momento del live come “una chiesa elettrica” e crede che la musica dal vivo possa fare davvero la differenza nella vita di coloro che stanno fra il pubblico.
Dopo essere apparso sul palco a Tokio con gli X Japan, dichiara a Metal Hammer: “Alla fine della giornata, ciò che conta è quel che è successo sul palco – la chiesa elettrica. Questa è la gloria dell’alleluia del rock ‘n’ roll: ci sono persone che spendono un sacco di soldi al netto delle imposte e vengono comunque allo spettacolo, con le loro fidanzate che li hanno torturati chiedendo in continuazione dove sono andati e tutto il resto”.
“Ed è il nostro lavoro, tutti ciò che si solleva su quel palco, creare un tempo magico e far dimenticare tutto e dimenticarsi, anche solo per poche ore, la normalità. Infine si torna alla forza di gravità e al caos che c’è la fuori.”
Simmons crede che la musica sia stata creata per gli esseri umani esattamente come ai tempi delle caverne: “E’ primordiale, ed è quasi preistorico. Se pensiamo agli uomini prima di uscire dalla caverna, in preda ai pericoli e a rischio di essere divorati dagli animali selvatici, quando la sera si mettevano a percuotere gli oggetti davanti ad un fuoco, ecco è proprio come sentirsi davanti a quei tamburi primordiali.”
“E allora l’uomo inizia in sostanza ad ululare alla luna, ascoltando melodie e racconti religiosi o tribali, è di questo che si tratta: mentre sei davanti al fuoco, lontano dal pericolo, ti dimentichi delle cose pratiche, in questa terra magica. E tutto questo non è cambiato, così da quel primo fuoco acceso, al sicuro nella grotta, con quei tamburi, così ora continua sul palco”.
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