Categories: ArticoliNewsProg

Gli album del 1979: Florian de Le Orme

Mentre la PFM e il Banco si orientarono verso la forma canzone, Le Orme optarono per tornare alle proprie radici musicali

Un breve estratto dell’articolo di Gianluca De Rossi comparso su Prog 23, in edicola. 

Alla fine degli anni 70 il vento del cambiamento aveva spazzato via il rock progressivo in ogni parte del mondo, Italia compresa. Mentre la PFM e il Banco si orientarono verso la forma canzone, più semplice e abbordabile, Le Orme optarono invece per una soluzione più coraggiosa e originale: tornare alle proprie radici musicali, che, per il gruppo veneziano, significava la grande tradizione della Musica Classica Italiana.

Fu così che Toni Pagliuca abbandonò tastiere e sintetizzatori per perfezionare lo studio del pianoforte e del clavicembalo, mentre Aldo Tagliapietra si dedicò al violoncello, senza peraltro abbandonare le chitarre acustiche; Germano Serafin cominciò a studiare il violino e Michi Dei Rossi le percussioni orchestrali. Fu da questo studio che nacque l’idea di realizzare un disco interamente acustico, che prese il nome dal più antico e famoso caffè di piazza San Marco: il Caffè Florian.

L’album presenta sette tracce: la prima, la title-track, funge da introduzione programmatica, l’ultima, El Gran Senser, è invece dedicata alla tradizionale saggezza veneziana. Entrambe sono interamente strumentali.

Se Jaffa è una denuncia contro le implacabili e imperscrutabili esigenze del mercato, in nome delle quali ogni anno vengono mandate al macero tonnellate di frutta mentre nelle zone più povere del pianeta si fatica a rendere fertile la terra, Il mago e Calipso rappresentano una raffinata critica antiamericana. Pietro il pescatore ha come bersaglio il ruolo della Chiesa, che non riesce più a dare risposte ai problemi quotidiani dell’uomo.

Fine di un viaggio affronta metaforicamente la fine di un’epoca, grazie al ripescaggio del Mr. Tambourine Man di Bob Dylan, la cui “nave magica è un relitto ormai”, mentre il verso “le tue ombre inutili, nessuno segue più” è un chiaro riferimento alla droga, che ancora imperversava nel mondo dei giovani, e contro l’uso della quale Le Orme si erano già scagliate con il brano Vedi Amsterdam in VERITÀ NASCOSTE (1976)

L’articolo integrale su Prog 23 che si può acquistare qui.

Gianluca De Rossi

Share
Published by
Gianluca De Rossi

Recent Posts

Due chiacchiere con gli AMISTAT

Il duo internazionale con radici italiane AMISTAT ci racconta dei suoi equilibri, del suo percorso…

9 ore ago

Gli AMISTAT arrivano a Milano!

È SOLD OUT il concerto di questa Domenica 12 maggio a Milano degli AMISTAT: la…

1 giorno ago

L’intervista a Fabrizio De André mai pubblicata | VINILE

Roberto Manfredi ha tirato fuori dal suo archivio una lunga intervista a Fabrizio De André…

1 giorno ago

King Crimson: com’è nata la cover di IN THE COURT OF THE CRIMSON KING

Ci sono alcune art cover che non solo hanno scritto la storia, ma ne hanno…

2 giorni ago

Ian Anderson: “Ecco perché il Punk non ha ucciso il Prog”

Ian Anderson ha una teoria particolare per la quale il rock progressivo e i Jethro…

3 giorni ago

God save the QUEEN: la tribute band argentina arriva a Milano!

Il tributo argentino di una delle band di rock più famose al mondo è semplicemente…

3 giorni ago

This website uses cookies.