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Esordi a 45 giri (se li avete siete quasi ricchi!): Ornella Vanoni

Il disco d’esordio è un singolo, uno storico singolo a 45 giri? Non sempre forse, ma spesso è così.

In questa rubrica troverete i dischi che hanno cambiato la vita e la carriera di chi li ha incisi. In molti casi hanno cambiato anche la nostra vita, di appassionati, di collezionisti, di semplici curiosi.

Ornella Vanoni
Le Canzoni della malavita
EP ERL 10001; 1958 € 50

Non è soltanto il singolo d’esordio di Ornella Vanoni, ma anche il primo 45 giri (a lunga durata) della neonata etichetta Ricordi di musica leggera, che all’inizio comprendeva indifferentemente singoli ed Ep in un’unica serie. Le “canzoni della malavita” era un filone artistico inventato da Giorgio Strehler (che intuì per primo le capacità vocali della Vanoni), a metà strada tra la citazione folk e la canzone teatrale, pensato appositamente per lei, che in quel momento era anche la sua compagna.

E non a caso, una delle canzoni di questo Ep, Jenny delle spelonche, è cantata in tedesco e proveniva dall’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht, di cui Strehler aveva curato una storica messa in scena nel 1956 per il Piccolo Teatro di Milano, alla cui Accademia di Arte Drammatica si era iscritta la giovane Ornella. A fare compagnia a Jenny delle spelonche, c’erano anche Saint Lazare, versione in lingua di una canzone del cantautore francese di fine Ottocento Aristide Bruant che aveva per tema una lettera dal carcere di una reclusa al suo uomo, e Sentii come la vosa la sirena, firmata da Dario Fo e Fiorenzo Carpi, dove una donna racconta in dialetto milanese la morte, in uno scontro con la polizia, del suo compagno, un pregiudicato tradito da un amico.

Chiudeva il disco Canto di carcerati calabresi, un canto della tradizione popolare nel quale la Vanoni canta, in un improbabile dialetto calabrese ma con grande espressività, il lamento di un uomo che racconta l’andamento giornaliero della sua dura vita di carcerato. Arrangiava il tutto con grande eleganza Fiorenzo Carpi.

 

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