Mancano circa tre settimane all’uscita di Eutòpia, il secondo album in studio da quando hanno rinnovato la loro unione dietro la sigla Litfiba, Piero Pelù e Ghigo Renzulli sono parecchio esuberanti.
A quasi cinque anni da Grande Nazione siete tornati con un altro album, forse ancora più “barricadero”.
Queste canzoni sono figlie dei tempi. Stiamo vivendo giorni in cui la politica e la propaganda del “regime” sono più che mai aggressivi e la gente non ha più punti di riferimento. I Litfiba hanno una storia e una tradizione di scrittura nel campo della denuncia e della protesta, e non avrebbe avuto senso smettere proprio ora.
Eutòpia è un titolo ricco di suggestioni.
Euròpia è una società ipotetica ma non inattuabile dove tutti possono stare bene, con le caratteristiche del brano omonimo. Non è un Eden, anche lì i problemi non mancano… è un posto in cui si deve lottare per raggiungere i propri obbiettivi, e noi vorremmo costruirlo. […]
Il messaggio si lega appropriatamente a un soung rock, quel rock che ormai da tanto non è più un fenomeno giovanile.
Non è neppure amato solo da persone attempate, è seguito pure dai ragazzi, ma quel che conta è che continui ad avere una platea ampia. Il punto è che sempre meno musicisti sono in grado di suonare il rock classico nel modo giusto… non è semplice come tanti sostengono, per venire bene ha bisogno di studio, di indole, di testa. Se davvero l’autentico rock sta morendo, è solo perchè sta sparendo l’ambiente che l’ha generato e lo nutre; i social, per fare un esempio, sono una bella invenzione, ma appiattiscono sul piano sociale e culturale.
Il treno in copertina vorrebbe essere metamorfosi di qualcosa?
E’ il treno per Eutòpia, no? L’idea dell’artwork, parte del mondo, ci piace e ci coinvolge nel tempo. Così si è pensato di andare al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, dove abbiamo scoperto varie location, delle quali rende conto il libretto del disco. Però, quando ci siamo visti davanti a quella locomotiva, è stato subito evidente che non si sarebbe potuto scegliere un’altra foto.
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