Paul Hewson nasce a Dublino nel maggio del 1960. È figlio di un cattolico e di una protestante. Come dire, la pacificazione del mondo è nel suo DNA, ma non nelle sue prime esperienze di vita. La sua infanzia è infatti segnata dalla guerriglia quotidiana targata IRA.
Ma la tragedia più grande è la perdita di sua madre. È lì che Paul apre mente e corpo alla musica. A 14 anni prende in mano una chitarra e incomincia a canticchiare i Beatles, Elvis, i classici insomma. I suoi amici, con cui mette insieme una band, lo chiamano Bono, come l’apparecchio acustico più in voga in quei giorni, il Bonavox, e contribuiscono, così, a creare un personaggio fuori dal comune. A suonare non è un granché, ma la voce, quella c’è e Bono la sfrutta da subito, si fa sentire in giro e inizia a calcare la scena musicale dublinese.
Una sera, in un pub, qualcuno dal fondo della sala gli chiede ad alta voce di cantare Blowin’ In The Wind e Bono decide di accontentarlo: adesso che anche lui si sente un professionista, può arrischiarsi a cantare un mostro sacro come Dylan. La serata va bene, nessuno si lamenta della sua performance, ma il suo amico Adam, invece, lo prende in giro, e gli dice senza mezzi termini che ha fatto pena, perché non si è ricordato le parole della canzone:
Amico ti voglio bene, ma stasera sei stato un disastro!
Paul incassa il colpo, ma non dimentica l’affronto e decide di colmare quella sua lacuna; con metodo e costanza, si va a riprendere tutto il repertorio dylaniano per cantarlo fino allo sfinimento.
Ha vent’anni quando esce BOY, il primo album dei suoi U2, un disco che ha un ottimo riscontro di pubblico e di critica. Paul, però, sa che è bene restare coi piedi per terra. A distanza di quattro anni, anche se gli U2 sembrano già avviati al grandissimo successo, Paul alias Bono non solo cerca di colmare ancora le sue piccole lacune musicali, ma non disdegna nemmeno il concedersi ad altre professioni di tanto in tanto.
Gli piace scrivere e la rivista «Hot Press» gli chiede di intervistare un grandissimo artista, arrivato in Irlanda da poco per un concerto importante: Bob Dylan.
Ovviamente Paul accetta, ed è Paul a essere emozionato e intimidito di fronte a uno dei suoi idoli di sempre; invece, Bono, quando Dylan gli chiede di salire sul palco con lui, accetta senza pensarci due volte. Così, quella sera, allo Slane Castle di Dublino, Bono e Dylan si esibiscono in un duetto che rimarrà nella storia. Anche e soprattutto perché Bono, ancora una volta, non si ricorderà le parole di Blowin’ In The Wind e Adam Clayton, ancora una volta, gli sussurrerà:
I love you man, but that’s been a fucking disaster!
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