Categories: ArticoliClassic Rock

Quando Bruce Springsteen regalò a Pete Seeger un intero album

Oggi il padre del folk avrebbe compiuto 101 anni. Quale dono migliore di un disco tributo? È quello che fece Bruce Springsteen, quasi per gioco, nel 2006.

Quella di Pete Seeger era una famiglia di musicisti. E grande musicista fu anche Pete, che, influenzato da Woody Guthrie, con cui girò gli Stati Uniti alla ricerca della vera anima popolare del paese, nel 1948 fondò il gruppo folk The Weavers.

Suoi sono grandi classici come If I had a Hammer (lanciata in Italia da Rita Pavone: Datemi un martello, ve la ricordate?); We Shall Overcome, basata su uno spiritual, cavallo di battaglia di Joan Baez e di altri interpreti impegnati nelle battaglie per i diritti civili e soprattutto Where Have All the Flowers Gone?, canzone contro la guerra, anch'essa reinterpretata da artisti come Joan Baez, Peter, Paul and Mary, The Mamas and the Papas.

Una vita movimentata, quella di Pete Seeger. Ma non solo musicalmente. Attivista politico, comunista (cosa che, negli Stati Uniti, è sempre stato un problema di non poco conto), ecologista rigoroso, Seeger cantò a sostegno delle marce di Martin Luther King, contro la guerra in Vietnam, per finire, a 92 anni, a manifestare accanto ai giovani del movimento Occupy Wall Street. Una leggenda della canzone di protesta.

Ma veniamo a Bruce Springsteen. Nel 1997, al Boss venne chiesto di registrare una canzone per l'album tributo WHERE HAVE ALL THE FLOWERS GONE: THE SONGS OF PETE SEEGER. Con l’aiuto di Soozie Tyrell, la violinista della E Street Band, Springsteen radunò un folto gruppo di musicisti di New York, che suonavano strumenti tipicamente tradizionali come il mandolino, la washboard (la lavapanni), il banjo, il contrabbasso e vari fiati. Con loro, incise una toccante versione di We Shall Overcome.

Essendo cresciuto con il rock conoscevo poco Pete e non sapevo quanto profonda fosse stata la sua influenza, ma una volta che iniziai ad ascoltarlo rimasi conquistato dalla ricchezza e dalla forza delle sue canzoni, tanto da cambaire la mia idea di "musica folk".

Quell'esperienza era destinata a ripetersi. Springsteen ebbe modo di approfondire la conoscenza della musica di Seeger, oltre che rimanere conquistato dalla "freschezza" della band con cui aveva registrato We Shall Overcome. Nessuno avrebbe immaginato che, nel 2006, a Pete Seeger Bruce Springsteen avrebbe dedicato non una canzone, ma un intero album.

WE SHALL OVERCOME: THE SEEGER SESSIONS fu il primo disco di Bruce a tributo di un altro cantante statunitense, peraltro ancora vivente. Il disco, che nacque quasi per gioco, in tre giornate, vide la Sessions Band registrare brani tradizionali resi famosi da Seeger o canzoni scritte dallo stesso Seeger.

Tredici pezzi gospel, soul, ma anche spiritual (Mary don't you weep), blues (Pay My Money Down) e, naturalmente, la classica canzone di protesta, We Shall Overcome, in una versione mesta e soffusa.

Come nacque We Shall Overcome, lo raccontò proprio Pete Seeger a Bruce Springsteen, quando i due si incontrarono a Washington, nel 2009, per la cerimonia inaugurale del mandato del presidente Obama.

Allora, c'erano meno dieci gradi ma Pete indossava la sua classica camicia di flanella, un berretto di lana, e aveva ancora voglia di cantare.

Pete Seeger continua a cantare tutte le strofe, tutte le volte; ci ricorda i nostri immensi fallimenti e allo stesso tempo ci illumina la strada verso la parte migliore di noi e verso l’orizzonte dove speriamo che il paese che abbiamo immaginato, e che ci è caro, ci stia aspettando.

Ricordiamo oggi il padre del folk, nel giorno in cui avrebbe compiuto 101 anni, con le parole che gli dedicò proprio Bruce, nel giorno del suo novantesimo compleanno. Pete sarebbe morto nel 2014, cinque anni dopo.

È con gioia che posso testimoniare che quello spirito […] stasera è con noi, in carne e ossa. Sarà su questo palco per qualche momento, assomiglierà moltissimo a vostro nonno, con addosso camicie di flanella e buffi cappelli. Somiglierà a vostro nonno, ammesso che vostro nonno riesca ancora a prendervi a calci nel culo.

Marialuisa Miraglia

Nata negli anni sbagliati, amo guardare film in bianco e nero e sorseggiare tè caldo mentre "The Dark Side of the Moon" corre sul giradischi.

Share
Published by
Marialuisa Miraglia

Recent Posts

Assistere ai musical più appassionanti nella magica atmosfera di Broadway

Ecco tutte le informazioni di cui hai bisogno per assistere ai musical più pazzeschi di…

6 ore ago

I consigli dei The Zen Circus per le rock band emergenti

Abbiamo fatto agli ZEN CIRCUS una semplice domanda: come farsi strada nel mondo della musica…

24 ore ago

Le riviste stanno morendo, ma noi lottiamo! | Prog

L'editoriale di Guido Bellachioma dal prossimo numero di PROG, in uscita questo venerdì 17 maggio!

1 giorno ago

Come sarebbero le icone della musica, morte all’apice del successo, al giorno d’oggi?

Un'agenzia di comunicazione ha rielaborato le fotografie delle star della musica, morte all'apice del successo,…

2 giorni ago

DAVE GROHL: “Non credevo di essere un cantautore”

Dave Grohl, parla del suo passato coi Nirvana e delle sue prime esperienze come cantautore:…

2 giorni ago

Anton Corbijn ha raccontato i protagonisti della storia della musica

Fotografare musicisti un po’ lo ha stancato. E oggi preferisce dedicarsi ai pittori. Ma la…

3 giorni ago

This website uses cookies.