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Steve Howe: ecco cosa succede a unire Yes, ELP e King Crimson

Steve Howe ci racconta di quella volta che ha unito gli Yes, gli ELP e i King Crimson per dare vita a un supergruppo, gli Asia.

Dopo lo scioglimento degli Yes, il chitarrista Steve Howe mise in piedi un vero e proprio supergruppo, composto da Geoff Downes (Buggles, Trapeze, Yes), John Wetton (King Crimson e UK) e Carl Palmer (Emerson, Lake & Palmer). Ecco cosa ha raccontato a «Classic Rock».

La maggior parte dei musicisti ringrazia il destino, quando gli capita di diventare famosi in tutto il mondo. Ma tu ci sei riuscito anche una seconda volta, con John Wetton, Carl Palmer e Geoff Downes.

Avevo sviluppato un buon rapporto di collaborazione con Geoff, e forse avrei anche potuto mettere assieme una nuova formazione degli Yes attorno a me e a lui, ma mi ero stufato. Erano dieci anni che sudavo per tenere assieme il gruppo, e non ne potevo più. E a quel punto John Kalodner [leggendario dirigente della Geffen Records, ndr] chiamò e mi disse: “Che ne pensi di lavorare con John Wetton?”.

Wetton era un veterano di molti gruppi inglesi di altissimo livello, King Crimson, Roxy Music e UK, che comprendevano anche il primo batterista degli Yes, Bill Bruford. Lo conoscevi di persona?

No, ma ovviamente sapevo chi era. Sapevo che, se era stato nei King Crimson, allora era in gamba. Passammo due giorni a improvvisare, poi John disse: “Mi piacerebbe che il gruppo si basasse più sulle canzoni”, e io: “Grandioso. Mi va bene”. E così scrivemmo cose come One Step Closer e Without You. Poi John disse: “Quello che mi piacerebbe davvero sarebbe trovare un batterista come Carl Palmer”. La trovai un’idea spettacolare: il batterista degli ELP, il chitarrista degli Yes, il bassista/cantante dei King Crimson... E così Carl venne e ci conquistò. A quel punto dissi: “Ci serve un tastierista”. E loro: “Restiamo un trio”. E io: “No, no, no. Dovete assolutamente ascoltare Geoff Downes”. E così feci venire Geoff per suonare negli Asia.

Pur con tutta l’evidente maestria musicale degli Asia, il maggior successo del gruppo, Heat Of The Moment, fu l’apoteosi delle ballad pompose e leccatissime tipiche dei primi anni 80. In effetti, era più vicino ai Journey che agli Yes. Come è potuto accadere?

Be’, la produzione era molto alla Journey. Dipese da Mike Stone. Ma va specificato che Heat Of The Moment fu l’ultimo brano che registrammo per ASIA. Avevamo già realizzato cose come Time Again e Wildest Dreams, che erano molto prog. E Time Will Tell aveva una grande dolcezza. Ma appena collegai la chitarra e John iniziò a cantare, capimmo che con Heat Of The Moment avevamo in mano qualcosa di speciale.

Singolo dal successo strepitoso, aiutò a mandare gli Asia al n. 1 negli USA. Come ti sentisti?

Fu meraviglioso. Una specie di vendetta, dopo il modo in cui erano finiti gli Yes. In realtà avevo già fatto l’esperienza di riempire arene in America, con gli Yes. E anche Carl. Per John invece credo sia stato diverso. C’era davvero molta pressione.

La fine degli Asia fu sgradevole: Howe, in pratica, fu licenziato dal gruppo. E nello stesso periodo, gli Yes stavano per partire verso nuove avventure con 90125, disco con una formazione nella quale Trevor Rabin, precedente respinto dagli Asia, sostituiva Howe alla chitarra. Oggi Howe ci ride sopra, e riconosce lo straordinario successo che il singolo Owner Of A Lonely Heart portò al suo ex gruppo. Ma non riesce a trattenersi e lancia una frecciatina, quando dice che guardando il video di Owner pensò che “sembravano i Duran Duran”. Musicalmente, dice:

Era un gruppo totalmente nuovo. Basso e batteria erano gli elementi più diversi da prima. Pensai che ci fosse pure un qualche accenno di Asia.

L'intervista completa a Steve Howe è disponibile sul numero 90 di «Classic Rock», in edicola o sul nostro store online.
Mick Wall

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