Via del Campo c’è una graziosa
Gli occhi grandi color di foglia
Tutta notte sta sulla soglia
Vende a tutti la stessa rosa.
Anche la musica italiana ha le sue storie di plagio, confermate o smentite. Una delle più curiose riguarda la celebre canzone del 1967 Via del Campo di Fabrizio De André, che risuona ancora oggi non solo per la città di Genova, con i suoi carruggi e i suoi amori illeciti, ma anche nelle case di ogni italiano appassionato.
Se il cantautore genovese diede alla bella Via del Campo la sua voce, la melodia deve essere accreditata invece a Enzo Jannacci.
Medico chirurgo, cantautore, appassionato di karate, Jannacci nacque esattamente 85 anni fa e diede all'Italia, insieme a Celentano, Luigi Tenco, Little Tony e l'amico di una vita Giorgio Gaber, la svolta rock and roll che ancora mancava al nostro paese.
Il più grande successo di Jannacci arrivò sul finire degli anni Sessanta, quando diede alle stampe, con la collaborazione di Dario Fo e Fiorenzo Fiorentini, l'album VENGO ANCH'IO. NO, TU NO, trainato dalla titletrack, divenuta un eterno tormentone.
Ma veniamo a Via del Campo.
Nel 1964, Jannacci calcò i palchi del teatro Odeon di Milano con lo spettacolo "22 canzoni", scritto a quattro mani con Dario Fo, dove sfruttò l'occasione di proporre molti nuovi brani, poi inseriti in un disco dal vivo: ENZO JANNACCI IN TEATRO, edito dalla Jolly nel 1965.
Tra le canzoni suonate durante lo spettacolo e le sue repliche, la più curiosa è sicuramente La mia morosa la va alla fonte, che Jannacci dichiarò basata su di una musica del XV secolo e che avrebbe registrato nell'album VENGO ANCH'IO. NO, TU NO, solo nel 1968.
Il caso volle che una sera, tra il pubblico, ci fosse un giovanissimo Fabrizio De André, che rimase talmente colpito dal pezzo di Jannacci da usarne la melodia come accompagnamento per la sua Via del Campo, che sarebbe uscita due anni quasi tre anni dopo lo show.
Naturalmente, ne sorse una disputa e la solita accusa di plagio perché, nonostante la base strumentale fosse tratta da una canzone medievale (ma c'è chi dice che in realtà il brano sia frutto degli stessi Dario Fo e di Enzo Jannacci), Faber sapeva che la ballata era stata modificata da Jannacci, come aveva avuto modo di osservare in teatro.
De André dunque, dopo alcuni anni, riconobbe il plagio e chiarì la questione, restituendo al collega il merito e la paternità della composizione della melodia che ancora oggi commuove chi Via del Campo l'ha visitata e chi, invece, l'ha conosciuta solo attraverso la musica.
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