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Quell’album prog degli Harmonium fra i 50 migliori di tutti i tempi

Il secondo album della band canadese è stato definito uno dei più belli del folk-prog. Ecco come nacque LES CINQ SAISONS degli Harmonium:

Era il 1973 quando il trio composto dai cantanti e chitarristi Serge Fiori e Michel Normandeau e dal bassista Louis Valois diede vita agli Harmonium, un gruppo canadese (di lingua francese) che inseguiva le influenze del rock progressivo.

I tre iniziarono a esibirsi nei locali più di moda del Québec guadagnandosi una certa fama, grazie alla quale riuscirono ad ottenere il loro primo contratto discografico che li avrebbe portati al primo disco omonimo, HARMONIUM, pubblicato nell'aprile del 1974

Si tratta di un disco fortemente ancorato a un sound folk-rock, genere dal quale la band si discostò con il secondo lavoro, più vicino a sonorità prog.

Ed è proprio di questo secondo disco che vogliamo parlare: si tratta di un concept album del 1975 dal titolo francese SI ON AVAIT BESOIN D'UNE CINQUIÈME SAISON (o più semplicemente LES CINQ SAISONS) che raggiunse immediatamente un grandissimo successo facendo breccia nel cuore del pubblico.

L'album contiene cinque tracce: le prime quattro rappresentano ciascuna una particolare stagione mentre la quinta è un lungo componimento strumentale (Histoires sans paroles) che raffigurerebbe una possibile quinta stagione immaginata dagli artisti. 

L'album fu anche un grande punto di svolta per la band dato che, ai tre membri originari, se ne aggiunsero altri due: Pierre Daigneault (ai flauti, sax e clarinetto) e Serge Locat (al piano e sintetizzatore).

L'album venne visto fin da subito come un capolavoro della musica quebecchese e, nel 2015, venne inserito da «Rolling Stone» nella propria classifica sui 50 migliori album prog di tutti i tempi: un bel trentaseiesimo posto. Il noto periodico a tema musicale giustifica questa scelta definendo l'album come "La vetta più alta dell'intero movimento folk-prog". 

Dopo LES CINQ SAISONS, il gruppo continuò a perseguire quel sound prog così ricercato e allo stesso tempo amato dal pubblico che li aveva distinti sulla scena canadese.

Nel 2007, inoltre, la band si guadagnò tre posizioni (per i loro rispettivi tre album) nel libro del giornalista canadese Bob Mersereau The Top 100 Canadian Albums. Piccola chicca: gli Harmonium furono gli unici autori di testi in lingua francese a essere citati (fatta eccezione per Jean-Pierre Ferland).

Insomma, fu un successo a tutto tondo. La band, sicuramente, era stata premiata per le sue sperimentazioni, per la sua intuizione e il suo coraggio. Un coraggio dimostrato portando avanti l'idea di scrivere nella lingua madre, nonostante il mercato musicale di quel periodo fosse già proiettato verso l'inglese come "lingua globale". 

Alessia Marinoni

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Alessia Marinoni
Tags: Harmonium

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