Lo ha riportato la BBC: i Rolling Stones hanno avvertito Donald Trump che, se il presidente non smetterà di usare i loro pezzi durante i suoi eventi elettorali rischierà azioni legali. L'antipatia nei confronti di Trump non è nuova: già nel 2016 la band aveva infatti twittato «i Rolling Stones non sostengono Trump», dopo l'utilizzo da parte di quest'ultimo della celebre You Can't Always Get What You Want (ascoltala qua suonata "virtualmente" durante l'evento ONE WORLD: TOGETHER AT HOME).
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l'ennesimo uso del brano, durante l'ultimo comizio presidenziale a Tulsa, in Oklahoma. Il team di avvocati di Mick Jagger, Keith Richards, Ron Wood e Charlie Watts ha dunque contattato l'agenzia che si occupa dei diritti musicali, la Bmi, per bloccare lo sfruttamento non autorizzato della loro musica dopo che precedenti richieste sono state ignorate.
I Rolling Stones non sono i soli musicisti a non gradire che i loro pezzi vengano associati al presidente degli Stati Uniti. Qualche settimana fa, infatti, la famiglia di Tom Petty, scomparso nel 2017 (lo abbiamo ricordato qua), ha chiesto ufficialmente alla campagna presidenziale di non adoperare più i suoi brani, dopo che I Won't Back Down era stata suonata sempre a Tulsa.
Ad aver denunciato l'uso della loro musica da parte di Trump sono stati anche Rihanna, Neil Young, Adele, le cui canzoni Rolling In The Deep e Skyfall sono state usate durante vari raduni senza autorizzazione.
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