Tutti ricordiamo la data dell'8 dicembre 1980, giorno in cui John Lennon venne ucciso. Sicuramente, se lo ricorda l'amico Ringo Starr, che in quel momento si trovava in vacanza alle Bahamas, e venne chiamato dai figli: "John è morto". Cosa fare? Starr ripartì subito per New York, ma ormai era troppo tardi. La morte del collega e amico lo segnò profondamente, tanto da rischiare di cadere in depressione.
Così, in memoria dell'amico, nel 2019 per il suo ventesimo album, WHAT'S MY NAME, Ringo Starr decise di reinterpretare Grow Old With Me di John Lennon, per omaggiarlo.
Ma perchè proprio quel brano? La scelta non fu casuale.
Il brano era destinato a uscire nell'album DOUBLE FANTASY di Lennon e Ono, pubblicato nel novembre 1980. Tuttavia, a causa delle scadenze strette a cui i due erano vincolati, decisero di rimandare l'incisione del brano per il disco successivo, MILK AND HONEY. I due non potevano certo sospettare che John, in quel fatidico 8 dicembre 1980, sarebbe stato assassinato.
Così, tutto ciò che rimase del brano fu una registrazione realizzata in casa dalla coppia, nella loro camera da letto, e che venne effettivamente pubblicata nell'album postumo MILK AND HONEY, nel 1984.
La storia del pezzo emozionò Ringo Starr, che decise di ridargli una nuova vita. Perciò nel 2019 ne realizzò una cover per il suo album WHAT'S MY NAME. Per farlo, coinvolse anche Paul McCartney. Quando lo chiamò per chiedergli di suonare il basso temeva una risposta negativa, invece Paul disse di sì:
Volevo davvero che Paul vi suonasse e ha detto sì. Paul è venuto, ha suonato il basso e ha cantato un pochino con me. [...] Ci sono io e c’è Paul. Non è una trovata pubblicitaria. Questo è proprio quello che volevo
Sicuramente sulla decisione di McCartney aveva influito un fatto risalente ad anni prima, nel 1954, quando Yōko Ono gli aveva consegnato una cassetta. Conteneva quattro brani e, tra questi, anche Grow Old With Me. Si trattava di quattro pezzi lasciati incompiuti da John. L'etichetta recitava, con la grafia di Lennon: "Per Paul".
Ma Ringo Starr fece di più e, in qualche modo, riuscì ad includere (anche se indirettamente) perfino l'ultimo membro dei Fab Four nella cover. Affidò la produzione del pezzo a Jack Douglas, produttore dell'album DOUBLE FANTASY di Lennon. E Jack si preoccupò di inserire nel brano un riff di chitarra di Harrison, quello di Here Comes the Sun.
Insomma, Ringo Starr è riuscito nell'impresa: in quel pezzo, per tre minuti e ventitré secondi, ci sono tutti e quattro. Come dice la canzone:
The best is yet to be
When our time has come
We will be as one
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