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La rinascita di David Bowie: i TIN MACHINE

Nel 1987 solo una parola poteva definire David Bowie: superstar. Eppure, in qualche modo sentiva di essere finito "fuori rotta" e decise di reinventarsi. Ecco come andò:

Nel 1987 uscì il diciassettesimo album del Duca Bianco, NEVER LET ME DOWN, accompagnato dal tour promozionale Glass Spider Tour. Il successo da parte del pubblico fu immediato, soprattutto in Europa, e l'album si guadagnò un disco d'oro. Eppure, segnò un'interruzione nella carriera di Bowie, tanto che i suoi fan dovettero aspettare 6 anni per nuove pubblicazioni da solista. Cos'era successo?

Se in Europa l'album aveva raggiunto un discreto successo, negli Stati Uniti si era classificato solo al trentaquattresimo posto. Bowie stesso ammise che fu strano fermarsi per la prima volta nelle top 40. Ma il vero colpo arrivò dalla critica, che (eccetto rare eccezioni) stroncò NEVER LET ME DOWN definendolo "deludente", "sfocato" e addirittura "il più rumoroso e sciatto disco di Bowie di sempre". 

Inizialmente l'artista si oppose a tali critiche, dichiarando di considerare l'album il suo maggior successo e di non potersi dire deluso. Il suo obiettivo era quello di ritornare alle musicalità rock n' roll, dopo alcuni dischi dal sound più dance. Tuttavia presto anche Bowie si accorse che forse le critiche erano fondate, e che nel cercare l'approvazione del pubblico stava smarrendo se stesso

Non sapevo più cosa stessi facendo; inebriato dal successo avevo perso il mio naturale entusiasmo per le cose. Credevo di non avere più niente da dire e pensavo solo a guadagnare il più possibile; temevo di essere vicino alla fine.

Insomma, per quanto la fama fosse inebriante, Bowie non si sentiva appagato. Decise così di reinventarsi musicalmente, e di farlo all'interno di una rock band. Non di un gruppo del quale fosse il leader, ma come membro alla pari. Non per suonare i suoi vecchi successi, ma per proporre brani inediti. Nacquero così i Tin Machine.

Ma chi faceva parte della band oltre a David Bowie, che ne era la voce? Innanzitutto il chitarrista Reeves Gabrels (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo), che aveva conosciuto in tour, e che lo spinse alla sperimentazione. In un secondo momento alla formazione si aggiunsero i fratelli Sales, Tony al basso e Hunt alla batteria. 

Il loro primo album, TIN MACHINE, uscì nel 1989. Il sound dei Tin Machine fu profondamente innovativo, e molto diverso rispetto a quello del Bowie solista. Ciò provocò parecchio disorientamento tra i fan del Duca Bianco, che non erano abituati a vederlo solo come il vocalist di un gruppo. Perfino la sua casa discografica, la EMI, tentò di distanziarsi da lui. Il tour promozionale dell'album fu l'antitesi del Glass Spider Tour: 12 tappe in altrettanti piccoli locali, senza la teatralità tipica del Duca Bianco. Ciò permise a molti fan di Bowie di vederlo dal vivo, ma le loro aspettative vennero deluse: non venne mai suonato alcun suo successo dell'epoca da solista. 

Insomma, sicuramente i Tin Machine non garantirono a Bowie il successo commerciale, e spesso furono criticati di essere solo una trovata pubblicitaria, ma la realtà è ben diversa. I Tin Machine assicurarono al Duca la possibilità di concentrarsi su se stesso e sulla sua musica, senza curarsi di altro. E, dopo l'esperienza di NEVER LET ME DOWN, era proprio quello che gli serviva. 

È stata un'esperienza fantastica, sono stato davvero bene. Lì ho posto le basi per ciò che ho fatto negli ultimi anni. Con quella band mi sono rimesso in gioco. Tutto era contro di noi... E ciò non era affatto male. 

Ilaria Aceto

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Ilaria Aceto

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