Un giovane uomo riceve una ingente eredità che stravolge la sua vita di paese. Si trasferisce a New York per occuparsi del patrimonio, e diventa presto bersaglio di chi vorrebbe approfittare della sua eredità e della sua ingenuità.
Solo che questo giovane uomo, tale Longfellow Deeds, tanto ingenuo non è. Schiva cautamente le mire di avvocati e falsi eredi, per fallire solo di fronte alla giovane reporter Louis “Babe” Bennett, che lo aggira rendendolo una macchietta nei suoi articoli, soprannominandolo “Cinderella Man”. Lui, all’oscuro di tutto, se ne innamora perdutamente.
È il giugno del 1977, e la band canadese dei Rush registra in meno di un mese il suo quinto disco in studio: A Farewell to Kings. La quarta canzone dell’album, Cinderella Man, è dedicata proprio a quel Mr. Deeds di cui parlavamo prima, protagonista del film È arrivata la felicità, diretto da Frank Capra nel 1936.
Nonostante il lieto fine cinematografico, è alla disillusione del giovane che i Rush si ispirano. Lo sfregio definitivo, che porta il ragazzo a voler disfarsi dell’eredità ricevuta, è proprio la scoperta della vera identità della sua amata. Pur di non perdere il patrimonio, il suo avvocato cerca di farlo passare per pazzo.
Ed ecco che i Rush entrano a fondo nell’emotività del ragazzo, descrivendoci un’angoscia che sfocia nel rifiuto del mondo che lo ha respinto, che lo vuole pazzo, ma davanti a cui lui sarà sempre innocente.
Because he was human
Because he had goodness
Because he was moral
They called him insane
Delusions of grandeur
Visions of splendor
A manic-depressive
He walks in the rain
Eyes wide open
Heart undefended
Innocence untarnished
Cinderella Man
Doing what you can
They can't understand
What it means.
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