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Quando Beyoncé creò un “inquietante” alter ego

Se eravate tra la folla dell'I Am... Tour, abbiamo una domanda per voi. Sicuri che quella sul palco fosse Beyoncé?

Quando uscì il secondo album di Beyoncé, I AM... SASHA FIERCE, tutti si chiesero cosa volesse dire quel titolo. Chi era Sasha Fierce? 

Vi ricordate i vestiti colorati di Ziggy e la sottile figura del Duca Bianco? Avete presente MacPhisto, Slim Shady, Dr. Winston O'Boogie, Camille

Non è raro che tra gli artisti ci sia la tendenza a esprimere ogni sfumatura della propria personalità attravero gli alter ego. Bowie ci presentò Ziggy e l'aristocratico e algido Duca Bianco, inquietanti e amatissimi come Dorian Gray. Bono indossò spesso i panni di MacPhisto; conosciamo Eminem, dottor Jekyll, e Slim Shade, il suo Mr. Hyde.

Il sovracitato Dr. Winston O' Boogie era invece l'alter ego di John Lennon, che registrò con Elton John Whatever Gets You Thru The Night, mentre Camille fu l'alias femminile di Prince, che assunse la sua identità cantando con un timbro più acuto e androgino. 

E Sasha Fierce? Avrete capito ormai: fu l'alter ego di Beyoncé per il suo terzo album da studio e durante il tour a sostegno di quest’ultimo. Sasha, ha detto più volte Beyoncé, prendeva il sopravvento nel momento in cui la cantante si sentiva nervosa, prima di salire sul palco o ogni volta che temeva di non essere all’altezza. Sasha Fierce interveniva con le unghie e i denti a mostrarsi selvatica e fiera, vera rappresentazione del suo lato più sensuale, per proteggerla e affrontare il mondo.

Come spesso accade, anche questo alter ego fece il suo corso, precisamente con la svolta dell'album 4, uscito nel 2011.

La musica permette non solo di percepire altre sfumature di chi siamo: ci fa capire che possiamo essere noi stessi a tutto tondo. E chi la musica l’ha composta e portata sui palchi davanti a migliaia di persone, non ha potuto fare altro che lasciare spazio a un altro sé, dedicargli un'oasi di libertà e di espressione, di contatto con la gente, per dire con semplicità a chi cercava di capire: io sono anche questo.

Claudia Marzetti

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