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I primi passi di Renato Zero

Tanti auguri Renato Zero! Una delle voci più iconiche d'Italia oggi compie 70 anni. Festeggiamolo riscoprendo la storia del suo esordio: ecco come Renato Facchini è diventato Renato Zero.

Nato a Roma nel 1950, si trasferisce presto con la sua famiglia nella borgata di periferia Montagnola. Qui si renderà conto molto presto che la musica e la danza sono per lui un legame indissolubile, che non riesce e non vuole nascondere. Capisce di avere talento, e lascia ben presto la scuola per dedicarsi completamente alla sua passione.

Con quella scommessa, Renato aveva visto giusto. Non perde tempo e cerca di farsi notare, e debutta per la prima volta al Beat Raduno, un evento che permetteva ai giovani artisti di esibirsi. Tra i nomi, quelli di futuri grandi della musica italiana: Loredana Berté, con la quale Renato Zero stringerà poi un rapporto molto stretto, vivendo l’avventuroso e precario esordio nel mondo dello spettacolo con Mia Martini; altri sono Domenico Modugno, Alberto Lupo, Nilla Pizzi

Non passa molto tempo prima che Renato venga notato: a soli 14 anni firma un contratto al Ciak di Roma, dove si esibisce per 500 lire al giorno. Inizierà poi a lavorare con il gruppo di ballerini che fa da spalla a Rita Pavone, e proprio in questa occasione stringerà un legame decisamente fraterno con le sorelle Berté – Loredana infatti faceva parte dello stesso gruppo di ballo di Renato.

Nel frattempo, la costruzione della sua identità passa anche attraverso la scelta del nome "Renato Zero", assunto in seguito all’ossessivo insulto che gli viene ripetuto "Sei uno zero", forse per il fatto che Renato non ha paura di distinguersi, e questo, si sa, soprattutto tra giovanissimi, espone a critiche senza senso.

In questo primo atto di fierezza vediamo già il futuro Renato Zero, che è senza dubbio passato attraverso molti stili, infinite paillettes, un glamour tutto suo e assolutamente inimitabile. La fierezza di questo grande artista è il suo marchio di fabbrica: ovunque Renato si sia trovato a cantare, a esibirsi, a raccontare la sua vita, lo ha fatto a testa alta.

Quando pensiamo a Renato Zero molte immagini vengono alla mente, ma quella di un uomo di grande classe è la prima. Classe che aveva già da bambino, quando, con quei pochi anni alle spalle, decise che il suo futuro sarebbe stato la musica, e niente fu così forte da distoglierlo da quel fortunato proposito.

Claudia Marzetti

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