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Come i Queen scrissero e incisero “Bohemian Rhapsody”

Bohemian Rhapsody è senza dubbio uno dei brani più influenti e memorabili degli anni Settanta. Sono passati 45 anni e resta ancora un capolavoro senza precedenti. Ma perché?

Quando Freddie Mercury iniziò a scrivere Bohemian Rhapsody, la sua idea era di creare un pezzo lirico, che aveva provvisoriamente intitolato Real Life. I Queen avevano alle spalle SHEER HEART ATTACK, un album di grande successo, che consentì al gruppo di avere carta bianca sul lavoro successivo. Brian May disse che, a differenza degli altri pezzi, scritti anche in collaborazione, Bohemian Rhapsody era “tutta nella testa di Freddie”, prima che si iniziasse a lavorare in studio.

In effetti, questo brano è nella nostra memoria il testamento di Freddie, la sua più grande eredità, il segno che con la sua musica era qualcosa di mai visto prima: Bohemian Rhapsody rende in musica la persona del suo compositore, e come lui era imprevedibile, ricca, originalissima.

Proprio nella ricchezza della sua struttura il brano è diverso da tutti gli altri: prima di tutto, era un brano di 6 minuti, mentre gli altri pezzi hanno circa 3 minuti di estensione. Inoltre, è un brano che mischia con disinvoltura il rock, l’opera lirica, la ballata, il canto a cappella. Come se contenesse tre o quattro canzoni diverse in se stessa.

Per di più, il “coro” che sentiamo nel brano altro non era che la voce di Freddie, del batterista Roger Taylor e del chitarrista Brian May. L’armonia era raggiunta con il metodo  “Wall of Sound”, sviluppato negli anni ’60 dal produttore Phil Spector. La tecnica consisteva nell'aggiunta alla classica strumentazione, di strumenti della musica orchestrale, registrati e sovrapposti per ottenere un suono più denso, quasi unisono e estremamente avvolgente. Il sound che ne veniva fuori era sbalorditivo, e proprio quello che i Queen volevano.

I Queen utilizzarono anche la tecnica di reduction mixing, anche chiamata “ping pong recording”: un tempo la tecnologia limitava l'uso delle tracce audio, così gli artisti dopo averle registrate ad esempio su un disco a quattro tracce, le facevano “rimbalzare” su una sola, per poi continuare sulle altre e aggirare il problema del limite di registrazione.

A quanto si dice, con Bohemian Rhapsody i Queen arrivarono a 180 singole tracce, messe su un nastro a 24 tracce da due pollici.

Un processo complicato che rese i Queen, con una sola canzone, vera e propria leggenda. 

Claudia Marzetti

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