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Rock, violenza e contrabbando: ecco le band vietate dall’URSS

Potente strumento di propaganda, la musica è sempre stata censurata dai regimi dittatoriali della nostra storia. Ecco quali band vennero vietate e come un traffico clandestino le salvò.

Nell’URSS del 1985 furono stilate diverse liste di proscrizione, che vietavano l’ascolto di band e cantanti per ragioni che vanno dalla violenza alla possibile promozione di politiche antiregime. Tra le band stigmatizzate, ce ne sono alcune tra le più importanti per la storia della musica occidentale e internazionale.

Scendendo nello specifico, i Pink Floyd erano accusati di interferire con gli affari esteri dell’URSS in Afghanistan; Donna Summer e Tina Turner erano bandite per contenuti sessuali ed erotici, gli Iron Maiden, i Black Sabbath, Alice Cooper, gli Scorpion e i Village People condividevano una condanna per violenza.

Senza troppa sorpresa, veniva vietato anche il punk dei Sex Pistols, Madness, B-52, Strangers, Jazoo, Ramones. I Talking Heads erano condannati perché diffondevano il mito del pericolo militare sovietico, mentre gli AC/DC finivano sulle liste per neofascismo, accompagnati da Sparks Sparks e Judas Priest, citati per razzismo.

Non era la prima volta che l'URSS censurava l'ascolto di musica straniera, considerata violenta e causa di distanziamento dal regime. Ma già negli anni Cinquanta i sovietici erano riusciti a trovare un modo per venire a contatto con la musica occidentale.

L'idea che salvò il rock 'n' roll in URSS, a quanto dice la storia, venne a Ruslan Bogovsloskij, che inventò un apparecchio apposito per la registrazione del suono. Il processo avveniva nel seminterrato di casa sua, trasformato in un vero e proprio studio, chiamato il "Cane d'Oro". Con un gruppo di amici fidati, Ruslan mise a punto il tutto.

Lo stratagemma era geniale: per ascoltare il rock ‘n’ roll e il jazz, andavano a recuperare le radiografie gettate via dagli operatori sanitari di cliniche e ospedali, le tagliavano in cerchi di 7 pollici e li foravano al centro con una sigaretta accesa. Su quelle lastre venivano incisi sottilissimi dischi.

La qualità era pessima, ma sempre meglio di niente. Il tutto, al costo di un rublo. Questa pratica venne scoperta e resa illegale nel 1958, e furono persino promosse delle pattuglie con il compito di stanare e confiscare ogni disco illegale. 

Con l'arrivo dei registratori a bobina non fu più necessario incidere clandestinamente sulle radiografie, che però affascinarono l'Occidente a tal punto da decidere di distribuire dei propri, grotteschi ed economicissimi "dischi-ossa".

Claudia Marzetti

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