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Come Billie Eilish racconta i demoni adolescenziali

Un sound ipnotico accompagna l'estetica crepuscolare di Billie Eilish, l'enfant prodige che cerca una via di fuga intelligente e alternativa nel pop. 

Billie Eilish è un'artista unica nel suo genere. Non la tratteggia l'intelaiatura pop forgiata da Madonna negli anni '80 o la candy lolita impersonata da Britney Spears negli anni Duemila. Ma non si può neanche parlare dell'irriverenza fiabesca di Katy Perry, del colorito pop rock di Avril Lavigne o dell'aura romantica di Taylor Swift. Semplicemente, Billie è diversa. E in un modo anticonvenzionale, silenziosamente burrascoso e gotico che contraddistingue una musica concettualmente più matura dei suoi 19 anni

Il suo genere musicale accoglie sfumature elettroniche, jazz, soul, rock e trap, mostrandoci l'infinita propensione magnetica di un'artista talentuosa. A partire da quella voce profonda, che mostra il lato oscuro del pop. Quello che rinuncia a frasi d'amore scritte su un diario, alla tendenza spensierata del possibilismo più ottimista, per interfacciare le nuove generazioni, figlie della sua stessa madre culturale, al crepuscolarismo.

Così ognuno reprime i propri demoni in una dimensione psichica sofferta, ma latente. E la musica è sempre stato il filtro di un grido interiore, lasciato trapelare dalle note di una canzone.

Il percorso musicale di Billie inizia nel 2014, con l'incisione, insieme al fratello Finneas, del suo primo brano, Ocean EyesIl suggello del più innocente sogno americano, che presto si traduce in un atto di consapevolezza collettiva. Per questo tutti rimangono incantati dall'elegia di WHEN WE FALL ASLEEP, WHERE DO WE GO?.

L'esordio di Billie si riversa così in una dimensione onirica, che proietta le paure quotidiane in una fiaba dark dalla melodia avvolgente. Attraverso queste, la cantautrice parla dell'insicurezza e della malinconia contemporanea che porta giovani vite a cercare un rifugio nel suicidio, della crisi emotiva di una generazione che sente su di sè il peso di un futuro in bilico

Il suo pubblico si riconosce in uno stile genderless, che abbandona il sensuale e il promiscuo da fatina da palcoscenico a favore di un dinamismo orrorifico, ma bellissimo nella sue sfumature artisticamente controverse.

Billie Eilish non ha paura di osare, di intraprendere una strada non tracciata che la contraddistingue come alfiere rivoluzionario contro i giudizi altrui. Tanto che la sua fedele styilist, Samantha Burkhart, ha individuato in lei la poesia avanguardista di Kurt Cobain. Il tormento burrascoso di un'anima complessa che devolve la sua causa alla performance musicale

Francesca Brioschi

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