Tutte le canzoni che Lucio Dalla dedicò alle città italiane

lucio dalla

Come pochi altri, il cantautore bolognese seppe omaggiare le città italiane con il sentimento e i testi di alcune sue canzoni. Ma quali sono i brani dedicati ai simbolici capoluoghi del Bel Paese?

Caruso 

Qui dove il mare luccica e tira forte il vento, su una vecchia terrazza del Golfo di Surriento, un uomo abbraccia una ragazza, dopo che aveva pianto, poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto.

Uno dei brani più belli della discografia di Lucio Dalla è indubbiamente Caruso, scritta nel 1986 durante una sosta del cantautore nella poetica Sorrento. Poco distante, la sua barca si era fermata in mezzo al mare, costringendolo, fortunatamente, a sostare nell'evocativa cittadina partenopea a cui appartengono gli ultimi giorni di vita del tenore Enrico Caruso, vissuto agli inizi del '900. Dalla si lascia così incantare dalla storia di quell'uomo che, proprio a Sorrento, si era innamorato di una ragazza a cui dava lezioni di canto. Ormai prossimo alla morte, però, una sera, affacciato alla sua terrazza sul Golfo sorrentino, si era abbandonato a una composizione al pianoforte, talmente bella da essere sentita fino in paese. E su quel ritratto d'amore e musica, Dalla incornicia il suo capolavoro. 

La sera dei miracoli 

È la sera dei miracoli, fai attenzione, qualcuno nei vicoli di Roma con la bocca fa a pezzi una canzone. È la sera dei cani che parlano tra di loro, della luna che sta per cadere, e la gente corre nelle piazze per andare a vedere. 

Nonostante Dalla abbia sempre affermato di avere un rapporto speciale con Napoli, il cui spirito e la cui cultura vorrebbe iniettarsi nell'anima per assaporarne l'essenza, Roma è un altro capitolo speciale della sua vita. Dal 1980 al 1986, infatti, l'artista visse in un appartamento a Trastevere, nel pieno della focosa e gioiosa Estate Romana, che seguiva la tragica parentesi degli anni di Piombo. Così, ubriaco di vita e serenità per quello spirito festaiolo, interclassista e intergenerazionale che solo Roma poteva offrire in quel momento, Dalla compose al pianoforte La sera dei miracoli. Un brano impreziosito dall'atmosfera notturna, dove le anime libere invadono febbrili le strade, nell'attesa di un futuro più luminoso.  

Piazza Grande 

Senti che pagano il mio pranzo non ce n'è, sulle panchine in Piazza Grande, ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n'è. Dormo sull'erba e ho molti amici intorno a me. Gli innamorati in Piazza Grande, dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no. 

Ma si sa, ovunque il destino ci conduca, il cuore appartiene sempre alla nostra casa. E quella di Dalla è la magnifica Bologna, alla cui Piazza Maggiore, a detta dell'artista, si sarebbe ispirata Piazza Grande, del 1970. Tuttavia, sin dai primi versi del testo si parla di uno spiazzo d'erba dove trovarsi con gli amici, che sembra più riflettere la conformazione di Piazza Cavour, dove all'epoca abitava il cantautore. Rimane quindi un mistero la vera collocazione di questo luogo simbolico, rifugio metropolitano del poeta che, come un nomade letterario, dissemina la magia delle sue canzoni tra le viette cittadine dove dimorano gli amanti. Come ricorda però il cantante e amico di Dalla, Ron, il brano fu scritto su un traghetto da Roma alla Sicilia, in solo un'ora! 

Dark Bologna

Lungo l’autostrada da lontano ti vedrò, ecco là le luci di San Luca. Entrando dentro al centro, l’auto si rovina un po’, Bologna, ogni strada c’è una buca. Per prima cosa mangio una pizza da Altero, c’è un barista buffo, un tipo nero. Bologna, sai mi sei mancata un casino.

E sempre Bologna, spesso citata in diversi brani dell'artista, dimora in una delle canzoni del nuovo millennio, conservata nella raccolta 1200 LUNE, che la Sony ha pubblicato nel 2006. Sei anni prima della sua compianta morte, quindi, Dalla ci regala un pittoresco quadro della sua città del cuore, così come la ricordava agli inizi degli anni '50. Così forse Dark Bologna non è una delle sue canzoni più celebri, ma indubbiamente è la più dettagliata e viva, capace di sviscerare attraverso luoghi iconici, ma personali, il compendio di una vita. Per questo i vibranti accordi di chitarra nell'incipit del brano ci trasportano in una dimensione universale ed eterna, in pieno stile Dalla. 

Rimini 

Rimini, com'è che le persone a Rimini voglion sembrar sempre più giovani. Amami... seguimi. Solo così ti godi Rimini, solo così si resta giovani... amami.

Il 2007 inaugura invece l'album IL CONTRARIO DI ME, al cui interno affiora un omaggio alla riviera romagnola. Un altro luogo molto amato dall'artista, tanto che decise di ormeggiarvi il suo yatch in legno Brilla & Billy, inaugurato nel 2003. Così in questo brano, uno dei più coloriti e vigorosi tra i ritratti cittadini di Dalla, il cantautore sfodera il suo attento sguardo antropologico sulla società balneare. Gli basta la spiaggia di Rimini, la calura estiva e le sfumature cromatiche di una stagione per dipingere i suoi rocamboleschi protagonisti. Ma Dalla sa connotare ogni suo brano di un vivo sentimento e di un sapore così genuino che anche le sue parolacce trasudano pura poesia. 

L'auto targata TO

Un' auto vecchia torna da Scilla a Torino, dentro ci sono dieci occhi ed uno stesso destino. Il bambino ha una palla ed aspetta in cortile con in mezzo poco sole, poco sole di aprile. 

C'è chi non può pensare a Torino senza rievocare alla memoria questo significativo brano del 1973. E Dalla questa volta non parla solo di una città, ma della storia di una nazione e delle sue migrazioni interne. Così la protagonista è Un'auto targata TOche dalla Calabria si muove in cerca di fortuna verso il Nord Italia. Al suo interno le speranze di un'intera famiglia, come molte altre, sfregiata dai debiti, dalla mancanza di lavoro, dalla perdita di dignità di un padre di famiglia che non riesce a mantenere i suoi cari. Così la madre ha il corpo sformato e la figlia deve vendersi nelle campagne, mentre sullo sfondo soggiace il paesaggio di un'Italia sventrataDrammatico, profondo e incredibilmente vero. 

Milano 
Milano che ride e si diverte, Milano a teatro, un ole' da torero. Milano che quando piange, piange davvero. Milano Carabinieri Polizia, che guardano sereni. Chiudi gli occhi e voli via. 
Chiudiamo la nostra panoramica nazionale con un'ode al capoluogo lombardo. Siamo nel 1979 e Milano è già connotata come la capitale finanziaria italiana, un crocevia con l'Europa che in sé preannuncia lo sfarzo dell'accentuata evoluzione stilistica ed economica futura. Ma Dalla ci regala anche un altro volto della città, quello più fragile e disincantato, fatto di lacrime e sentimenti che spesso sfuggono a una stereotipizzazione algida. Così l'artista conia la sua firma su un ritratto ironico e sfaccettato che, come pochi altri, è in grado di offrire dettagli inediti su una città lontana dallo sguardo bucolico e genuino del cantautore. 
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