Il bassista degli Iron Maiden, Steve Harris, ha parlato a Planet Rock dei concerti del tour “The Book Of Souls“, partito a fine aprile in Belgio. L’album, omonimo al tour, ha avuto fin’ora un enorme successo, tanto da aver debuttato al primo posto in oltre quaranta paesi nel mondo.
Una prima data, non proprio di riscaldamento. “Quando chiediamo al nostro Manager Rod un concerto di apertura, di riscaldamento, e lui ci offre una data con 12.000 persone, non è proprio ciò che avremmo voluto dire. Lavoriamo sotto pressione.”
La band, al momento, non si risente certo del fatto di eseguire canzoni suonate migliaia e migliaia di volte: “Non importa dove facciamo un concerto. Ogni primo appuntamento è un tentativo. Rispetto all’ultimo tour solo due canzoni sono diverse, quindi, sta volta abbiamo trascorso molto tempo provando e ovviamente siamo a nostro agio con le canzoni. Veramente un ‘riscaldamento’ sarebbe stato utile solo a levarci un po’ di ruggine.” e ha aggiunto: “Non prendiamo nulla per scontato. Non siamo compiaciuti, siamo professionali e fiduciosi. E comunque, provare non sarà mai la stessa cosa che suonare di fronte ad un pubblico, puoi essere preparato quanto vuoi, ma devi fare fisicamente il lavoro per dire di esserci riuscito. Davanti ad una folla.”
Infine, Harris, ha ribadito la volontà dei Maiden di non ritirarsi dalle scene. “Siamo ancora tutti in buona forma. Faremo il possibile.”
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