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La storia dietro “Jumpin’ Jack Flash” dei Rolling Stones

A ritmo di un riff travolgente e iconico, Jumpin' Jack Flash cavalca l'onda del 1968, riportando gli Stones sulla strada del blues rock dopo la parentesi psichedelica. Qual è la storia di questa canzone?

Il piglio di Jumpin' Jack Flash convince sin da subito: non per nulla pare che sia la canzone più suonata dal vivo degli Stones, con una quota di circa 1166 volte. Il suo sound coinvolgente si correla direttamente all'unica e inimitabile verve di Mick Jagger, leone da palcoscenico che si destreggia febbrile come morso da una tarantola.

Nel film The Rolling Stones Rock 'n Roll Circus, rilasciato solo nel 1996, vediamo Jagger cantare suadente il brano tra le chitarre di Brian Jones e Keith Richards. E per chi pensa che sia Jagger il protagonista (Jack), il primo verso smentisce: I was born in a crossfire hurricane (Sono nato in un uragano di fuochi incrociati). Un episodio che evoca chiaramente il celebre racconto di un piccolo Richards, sulla cui casa a Dartford, Inghilterra, si scagliò una bomba nazista. Lui stesso dirà: "Hitler scaricò una delle sue V-1 sul mio letto. Stava cercando il mio culo, lo sai!". Il brano raccoglie quindi le personalità dei suoi due autori accreditati, Jagger e Richards, anche se l'organista Bill Wyman ha dichiarato nella sua autobiografia, Stone Alone (1990), di aver inventato lui all'organo il celebre riff, senza mai ricevere credito. 

Così affiora la figura di un misterioso Jack, a cui qualcuno ha anche attribuito un riferimento all'iniezione di eroina attraverso i bulbi oculari. Un sempreverde riferimento alla droga, dunque, e alla conosciuta dipendenza di Richards. Ma è stato lo stesso chitarrista, nel 2010, a rivelare l'identità di Jack in un'intervista a «Rolling Stone», facendo riferimento al suo giardiniere nella villa di campagna alle Redlands. 

Il testo è nato da un'alba grigia a Redlands. Io e Mick eravamo stati svegli tutta la notte, fuori pioveva e c'era il rumore di questi stivali del mio giardiniere vicino alla finestra, Jack Dyer. Mick si sveglio e disse, 'Cos'è?' Io risposi, 'Oh, quello è Jack. Jack che salta. Ho iniziato a lavorare intorno alla frase sulla chitarra, che era in accordatura aperta, cantando 'Jumping Jack'. Mick disse, 'Flash' e all'improvviso avevamo questa frase con un ritmo eccezionale.

E su quel riff di controversa origine, Richards dice di aver provato, nel comporlo, "un grande senso di euforia, una gioia malvagia". Jumpin' Flash ha sancito un importante passaggio nella storia musicale degli Stones. Questi, infatti, sono passati dalle origini di un blues puro influenzato da Jones, verso il pop e la psichedelia di THEIR SATANIC MAJESTIES REQUEST (1967). 

Francesca Brioschi

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