Aveva 75 anni, il leggendario artista che aveva fondato i King Crimson nel 1968 al fianco di Robert Fripp, Greg Lake, Michael Giles e Peter Sinfield, quando si è spento serenamente in casa sua a New York. Circondato dalla sua famiglia, McDonald è spirato il 9 febbraio scorso. L'artista aveva ampiamente contribuito alla creazione di IN THE COURT OF THE CRISMON KING, album di debutto della band, nonché manifesto assoluto del rock progressivo. La sua ampia impronta si estendeva lungo tutto il disco, grazie agli elementi di sassofono, flauto, clarinetto, mellotron, organo, piano, vibrafono e clavicembalo. Non solo, Ian curò anche le voci secondarie ed il lavoro di produzione.
Intervistato da Ultimate Classic Rock nel 2019, Ian McDonald ricordò le fasi di sviluppo di IN THE COURT OF THE CRIMSON KING, affermando: "Quando l'abbiamo fatto, ero in prima linea per il lavoro di produzione. Volevo assicurarmi che ciò che avessimo messo nel disco sarebbe stato ascoltato a ripetizione e, magari, superare la prova del tempo. I primi spettacoli dei King Crimson erano fantastici. Erano un mix di canzoni arrangiate e improvvisazioni di gruppo. Era davvero avventuroso, selvaggio a volte. Quando suonavamo i brani finiti come Epitaph, seguivamo una struttura. Parlando della canzone, credo sia il mio brano di successo preferito in termini di scrittura, produzione e composizione".
Il polistrumentista lasciò la band dopo il loro primo tour americano. L'ultima performance tenuta dai King Crimson in lineup originale risale al 16 dicembre del 1969, data in cui si esibirono al Fillmore West di San Francisco. Se da una parte McDonald dichiarò che, col senno di poi non avrebbe lasciato i King Crimson, dall'altra è felice della scelta seguita, a causa delle conseguenze positive di essa. Anni dopo, McDonald fondò un'altra importante band, i Foreigner, insieme a Mick Jones, Lou Gramm, Dennis Elliott, Al Greenwood ed Ed Gagliardi. Nella lineup dei Foreigners, McDonald suonava la chitarra d'accompagnamento, la tastiera e i flauti. McDonald rimase nella band fino al 1980, firmando i suoi lavori più evocativi. La perdita di Ian McDonald è stata un fulmine a ciel sereno per la scena di riferimento e non solo, tuttavia, è certo che la sua memoria rimarrà eterna grazie all'attitudine intramontabile delle opere alle quali ha ampiamente contribuito.
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