HARVEST mostrò un Neil Young diverso, introspettivo ed emozionante. Un disco dalle atmosfere delicate nelle quali il cantautore tessé arabeschi unici con la sua chitarra acustica ed una voce accogliente. L'album vide la luce prima che Young si unisse a Crosby, Stills e Nash, ma diede, comunque, un'importante sferzata alla sua carriera. Il catalogo dell'artista, si sa, è camaleontico. Abbiamo visto Young in carriera costruire palazzi elettrici con sonorità adrenaliniche ed aggressive e, ancora, raccogliere tutte le sue emozioni in tracce pacate ed avvolgenti. HARVEST racchiude il lato più intimista del cantautore canadese e lo porta all'epitome. Di seguito, vi presentiamo una guida traccia per traccia al disco solista più famoso di Young.
Un country gentile, introdotto da una chitarra leggermente marcata e da una armonica dolce. Il temperamento lirico della traccia è melancolico, mentre Young racconta di un ragazzo solo intento ad iniziare un nuovo giorno con un amore perduto nella mente. Possiamo concepire HARVEST come un viaggio lungo le emozioni più recondite di un inguaribile romantico, a cui Out On The Weekend si pone in apertura.
Languida e sincera, la titletrack del disco verte intorno al medesimo amore, fatto di sforzi, tormenti e sovrasti emotivi. Le domande di Young si susseguono come rapide lungo il brano, forte di un arrangiamento soave, posto in contrasto alla tensione costruita dal testo.
Le prime note suonate da Young al piano introducono l'ascoltatore ad un nuovo amore. Una relazione pronta a stravolgere gli equilibri del protagonista, portandolo a nuova vita. Non è un caso se il brano sia ispirato al rapporto di Young con Carrie Snodgress, madre del suo primo figlio.
Arriviamo a quello che potrebbe essere considerato senza remore il singolo più famoso dell'artista. Heart Of Gold è un brano particolarmente intimo ed introspettivo, dalla melodia meravigliosa nella sua semplicità e dalle lyrics sensibili.
Un break dalla tempesta emotiva dei brani precedenti ci porta ad Are You Ready For The Country? Brano sicuramente creativo e coinvolgente, che vede la partecipazione di Crosby e Nash alle seconde voci.
Altro classico di Neil Young e cavallo di battaglia dal vivo, il brano è un puro atto d'amore al folk, grazie alle pedal steel colorate e al banjo variegato che rivestono la traccia di ulteriore prestigio.
There's A World rappresenta il punto meno ispirato del disco. Un brano pomposo che, a partire dai timpani tuonanti posti in intro, si presenta più come un esercizio di stile che come un brano proveniente dal profondo del cuore di un artista.
Young ritorno ai primi anni '70 con Alabama, una traccia ispirata a Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd, in cui l'artista esprime aggressività grazie all'inserimento di qualche chitarra elettrica. Sicuramente non marcate come la traccia da cui attinge, ma comunque molto decise rispetto al contesto nel quale la canzone si immerge.
In questa traccia, Neil Young dà spazio a tutte le sue riflessioni sulle dipendenze da stupefacenti e, in particolare, sull'eroina. Toccando un tema caldo e delicato con grande sensibilità e, soprattutto, ripensando ai colleghi persi a causa degli eccessi.
Un brano dalla tagliente ironia, visto il titolo, in contrasto col fatto che la strumentale sovrasti senza alcun problema il testo sin dai primi istanti di riproduzione. Neil Young ha rivisitato più volte Words, lanciandosi in lunghe improvvisazioni.
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