Gli album dei Porcupine Tree dal peggiore al migliore

I visionari del prog capitanati da Steven Wilson hanno rilasciato, negli ultimi 30 anni, alcuni dei lavori di maggior spicco nella scena di riferimento. Li rivediamo in questa classifica dal peggiore al migliore. 

La notizia che i Porcupine Tree siano in procinto di rilasciare un nuovo album in estate dopo 12 anni di silenzio discografico, ha mandato i milioni di fan della band in estasi. Nell'attesa che uno degli atti più importanti per il progressive moderno ritorni ad incantare i propri ascoltatori, rivediamo gli album da loro rilasciati negli anni, analizzandoli

ON THE SUNDAY OF LIFE

Questo disco del 1992 si presenta relativamente acerbo, quasi nulla in confronto a ciò che la band avrebbe rilasciato negli anni successivi. La psichedelia che caratterizza alcuni brani non giova al disco che, in ogni caso, rimane un lavoro valido nel complesso. 

UP THE DOWNSTAIR 

Inizialmente concepito come un doppio album, UP THE DOWNSTAIR segnò un punto di svolta significativo nel processo di crescita del disco. Brani come la title track dimostrano la potenza del sound della band, un vero punto di partenza per un gruppo particolarmente meritevole. 

SIGNIFY 

Caratterizzato da brani più brevi, ma non per questo meno intensi, SIGNIFY si presenta come un lavoro maturo, ricco di punti rivelatori. 

THE SKY MOVES SIDEWAYS 

Un'ode al progressive rock del passato. In questo disco, Steven Wilson osserva un glorioso tributo ai Pink Floyd, con grande orgoglio. Rispettoso, eppure avanguardistico, THE SKY MOVES SIDEWAYS raggiunge l'epitome in Moonloop

LIGHTBULB SUN 

Quando il loro sesto album vide la luce, nel 2000, i Procupine Tree erano una macchina inarrestabile. La complicità tra Wilson e gli altri membri del gruppo risultava incommensurabile, dando come risultato tracce semplicemente spettacolari. 

STUPID DREAM

Un lavoro istrionico che catturò l'attenzione di artisti internazionali come Mikael Akerfeldt che, dopo averlo ascoltato, si proclamò fan numero 1 della band. 

DEADWING

L'album contiene alcune delle canzoni migliori mai composte dalla band, da Arriving Somewhere But Not Here ad Halo. 

THE INCIDENT 

Un trionfo concettuale da 55 minuti. Mostra la band al loro picco creativo. Una vera Odissea attraverso le sfaccettature più nascoste dello spettro artistico dei Porcupine Tree. 

IN ABSENTIA 

Del 2002, quest'album fu definito, sin dall'uscita, il classico prog del ventunesimo secolo. Volutamente più heavy rispetto ai lavori precedenti, eppure ancora ricercato dal punto di vista lirico. 

FEAR OF A BLANK PLANET 

La discografia dei Porcupine Tree è costellata di successi. Ciò nonostante, nessun disco è paragonabile in alcun modo all'audacia post-rock e al carattere travolgente di FEAR OF A BLANK PLANET. 

Claudio Pezzella

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Claudio Pezzella

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