Il 10 dicembre 1971, poco dopo aver bruciato tutta l'attrezzatura a Montreux (l'episodio immortalato nella celebre canzone Smoke On The Water dei Deep Purple), un altro episodio ancora più sfortunato vide vittime Frank Zappa e la sua band al Rainbow Theatre di Londra.
Mentre il gruppo stava eseguendo un bis dopo il concerto del pomeriggio, Trevor Charles Howell, un giovane fan, salì improvvisamente sul palco e buttò giù Zappa facendolo finire nella fossa degli orchestrali, di cemento armato. Il motivo del gesto? Gli apprezzamenti della fidanzata di Howell rivolti al chitarrista, di cui, come forse qualsiasi fan, era infatuata.
Il risultato fu una serie di fratture multiple alle gambe, trauma cranico, ferite alla schiena e al collo. Ci si aggiunse anche lo schiacciamento della laringe, che conferì alla voce di Zappa il timbro basso che lo rende oggi ancora più riconoscibile.
Nella sua autobiografia del 1989 (The Real Frank Zappa Book) lo stesso Zappa scrisse che:
la band pensò che fossi morto, la mia testa era dietro la spalla, e il collo era piegato come se fosse rotto.
Il chitarrista ricominciò i live solo nel 1972, quasi un anno dopo, e in seguito all'incidente pubblicò due album strumentali: WAKA/JAWAKA e THE GRAND WAZOO.
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