Una serie di bruschi cambi di rotta, pesanti attriti interni e direzioni sonore completamente opposte perpetrate dai vari membri del gruppo, hanno reso gli Yes una bomba ad orologeria che, in ogni caso, è riuscita a fare la storia della musica. Gli Yes hanno catalizzato in diverse occasioni il caos che si respirava tra loro nella loro musica e, allo stesso modo, nei videoclip che rilasciavano. Sono 22 , in totale, i filmati che hanno accompagnato i brani degli Yes. Ve li presentiamo elencati dal peggiore al migliore.
Gli Yes promossero il loro ventiduesimo album, THE QUEST, con un quartetto di videoclip creati in digitale. Un lavoro caleidoscopico contraddistingue i frames, costituiti da un susseguirsi di foto della band su vari scenari e sfondi.
L'esempio lampante che le animazioni computerizzate non invecchiano bene. Questo brano del 2001, un highlight all'interno di MAGNIFICATION, è accompagnato da un video particolarmente sgradevole.
Una scena decisamente priva di senso, quella mostrata nel video di Love Will Find A Way. La formazione di BIG GENERATOR siede all'esterno di un aereo privato, adagiato su alberi di palma finti. I membri della band si scaldano vicino al fuoco, mentre Jon Anderson strimpella una chitarra acustica, Kaye suona la fisarmonica e White percuote un tamburino.
Furono Kevin Godley e Lol Creme a lavorare al videoclip di Leave It. Il risultato finale arrivò dopo 18 prove di concept differenti. Nel video, i membri del gruppo vengono presentati in completo nero, ma allungati e sottosopra.
Grandi occhiali da sole e outfit alla Miami Vice per Anderson, macabro abito elegante per Squire. Rick Wakeman suona in maglietta arancione, per formare un power trio decisamente discutibile.
Un video completamente sconnesso, così come la lineup della band al tempo. Le scene in cui la band si esibisce si uniscono a filmati dal vivo in maniera completamente casuale.
Non c'è molto da dire: un video normale, banalissimo in cui la band si limita a suonare la canzone davanti ad una videocamera.
Gli outfit e le coreografie utilizzate nel video di Into The Lens, suggeriscono che, nelle stesse sessioni di riprese, la band abbia filmato sia il video per la traccia in questione che quello per Tempus Fugit.
Un uomo entra in aeroporto, si siede e legge un articolo su un incidente mortale. Quando l'aereo atterra, il protagonista si rende conto di essere parte della storia. Il trip temporale presentato nel video è una bella idea, eseguita male nel pratico.
Texture visive interessanti ed un appeal energico rendono, quello di Hold On, un buon inizio per la metà positiva della nostra top.
Citata in precedenza, questa traccia mostra i membri della band ricchi di gioia, esibendosi con grande carica ed outfit sgargianti.
Pura estetica anni '80. Il glam è tangibile nelle sequenze di questo videoclip, girate in una camera dall'aspetto futuristico, ricca di luci.
Particolarmente coinvolgente, grazie alle inflessioni cinematografiche presenti all'interno, velatamente connesse coi testi del brano.
Costumi vittoriani e sequenze dinamiche vengono impreziosite dalla misteriosa figura che appare improvvisamente tra le clip.
Diretto da Storm Thorgerson, nel videoclip i membri della band si trasformano in animali, in un vortice di completa isteria. Un lavoro geniale, come ci si sarebbe aspettati dalla mente dietro la copertina di THE DARK SIDE OF THE MOON.
La band si esibisce mentre le onde del mare si infrangono dietro di loro, su un palco di scogli. Una visione decisamente epica.
Paul Leleu diresse il video condendolo con ingenua giovialità. La band prog, del resto, era giovane al tempo, ricca di energia e determinazione.
Sullo stile di A Hard Days Night, Everydays mostra i membri della band coinvolti in una serie di curiose avventure.
Un video a bassissimo budget in cui la band fa cose folli a bordo di un'auto. Per la fantasia e l'inventiva impiegate, si presenta come il miglior videoclip della band in assoluto.
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