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L’album di esordio degli ANEKDOTEN

11 maggio 1991. A Djurås, piccola cittadina della Svezia a 240 km da Stoccolma, si tiene il Djuråsrocken, festival rock a cui partecipano numerose band nordiche, tra cui i King Edward, trio formato da Nicklas Berg (chitarra e Mellotron), Jan Erik Liljeström (basso e voce) e Peter Nordins (batteria e Mellotron). La band propone cinque brani dei King Crimson del periodo Fripp/Wetton/Bruford/Cross: Larks’ Tongues In Aspic Part 2, Lament, The Great Deceiver, Red e Starless, oltre all’immancabile 21st Century Schizoid Man.

Quella al Djuråsrocken sarà la prima e unica esibizione live del gruppo. Oltre ad avere un’importanza dal punto di vista storico, l’evento dell’11 maggio segna anche un momento di svolta per il futuro della band: tra il pubblico è infatti presente la violoncellista Anna Sofi Dahlberg. Qualche mese dopo, Anna Sofi contatterà Nicklas chiedendogli di poter entrare a far parte del progetto. Il 27 agosto i King Edward diventano un quartetto, con Anna Sofi impegnata anche al Mellotron. I quattro iniziano a comporre materiale originale e proprio per questo di lì a poco decidono di cambiare denominazione: nella lista di possibili nuovi nomi figura anche Anekdoten (“aneddoto”), ma non tutti all’interno del gruppo sono d’accordo nell’adottare un nome svedese, dato che i testi delle nuove canzoni sono scritti in inglese.

Si apre così il ballottaggio tra Anekdoten e Kaspar Ur, al punto che nel 1992 i quattro si esibiscono dal vivo utilizzando alternativamente entrambi i nomi. Alla fine Anekdoten resiste e si guadagna, seppur a fatica, l’approvazione definitiva. Nel dicembre del 1991 Nicklas, Jan Erik, Peter e Anna Sofi registrano il primo demo che include Karelia, The Old Man & The Sea, Thoughts In Absence, Darkness Descends e Sad Rain. Un secondo demo viene prodotto a un anno di distanza, nel dicembre del 1992, contenente altri quattro pezzi: Where Solitude Remains, The Flow, Longing e Wheel.

A questo punto il gruppo è pronto per entrare in studio di registrazione. Il primo album si intitola VEMOD (“malinconia”, “tristezza” in svedese): inciso tra marzo e aprile del 1993 allo Studio Largen, vede la luce nel settembre dello stesso anno sulla neonata etichetta Virtalevy, fondata dagli stessi membri della band per poter avere il pieno controllo sulla commercializzazione del proprio lavoro. In poche settimane la prima tiratura in Cd va esaurita (1500 copie): insieme a HYBRIS degli Änglagård e RIKTIGT ÄKTA dei Landberk, entrambi pubblicati nel 1992, VEMOD va a formare la trilogia sacra del nuovo prog svedese...

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Paolo Carnelli

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