Gli AC/DC e Back in Black | CLASSIC ROCK

E questo in realtà significa che è difficile sceglierne uno tra tutti. Ci sono dei loro brani che adoro in modo particolare. Dirty Deeds Done Dirt Cheap è stupefacente, e Highway To Hell è perfida e gloriosa come più non si può. Ma siamo onesti. BACK IN BLACK è su un altro livello.

Quando Brian Johnson entrò negli AC/DC ero molto curioso – come chiunque altro – di come il suo arrivo potesse avere un impatto sul gruppo e influire sull’alchimia che avevano con Bon Scott. Ma quello che crearono con BACK IN BLACK fu monumentale. Il modo in cui il disco parte, con Hells Bells, mi colpì come la prima volta che ascoltai i Black Sabbath - una di quelle volte una di quelle volte che resti a bocca aperta.

Con BACK IN BLACK, in un certo senso, il sound del gruppo diventò più raffinato. Si basavano su quello che avevano fatto ma andavano avanti costruendo cose nuove. Quella rabbia cruda dei primi tempi fu sostituita da questo autentico uragano sonoro. Ma era geniale. Pensai che avevano guadagnato molto più di quello che avevano perso.

C’è un altro brano fondamentale che risale ai primi tempi con Brian: For Those About To Rock è colossale e ti conquista. La fine della canzone, con i cannoni che sparano, è pura musica da gladiatori! Moltissimi gruppi hanno cercato di copiarli, ma gli AC/DC restano il modello, e l’ho capito fin dalla prima volta che li vidi. Fu al Whisky a Go Go di LA, a metà anni Settanta. Erano tosti, e l’adrenalina schizzava alle stelle. L’energia che Angus riversava sul palco era pazzesca. Grondava sudore. Tu stavi lì, e credevi fosse posseduto – posseduto dal diavolo! E Bon aveva uno stile unico. Era un affascinante gaglioffo. Quello che tutti guardano pensando, ‘Dio, se solo avessi un amico come lui...’. Qualche tempo dopo, ingaggiammo gli AC/DC come gruppo di apertura per i Kiss e ancora una volta furono fantastici. Come lo stesso Angus ha riconosciuto, ci assicurammo che avessero sempre il sound migliore possibile. Abbiamo sempre avuto lo stesso atteggiamento verso chi ci apre i concerti. Sabotarli con dei mezzucci sarebbe barare. Se sei il nome di punta, sei il campione in carica, ma se il campione vince solo perché il tuo sfidante combatte con un braccio legato dietro la schiena, allora non meriti di essere il campione. Noi la vediamo così…

…Continua sul prossimo numero di Classic Rock! Da domani, ti aspetta in edicola e online!

Mila Spada

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